Gela. L’ennesima crisi idrica, che addirittura ha portato nel cuore del centro storico un’autobotte privata per i “rifornimenti”, finirà sui tavoli dei magistrati. I presidenti delle associazioni ambientaliste “Aria Nuova” e “Amici della Terra” hanno deciso di rivolgersi ai magistrati della procura di Catania. Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato ritengono che dietro a quanto sta accadendo ci siano pesanti responsabilità. “Siamo davanti ad un’emergenza igienico-sanitaria – dice Di Blasi – lo stop alle forniture si poteva evitare. Nel punto della rottura, partono altri tubi per veicolare l’acqua. Allora, perché si blocca tutto? Siamo convinti che la rottura sia stata causata da quello che tecnicamente viene definito colpo di ariete. Non c’è una corretta gestione del sistema di apertura e chiusura delle valvole”. Di Blasi e Amato hanno fatto dei sopralluoghi nei punti dove si sono registrati i guasti alle condotte.
“Parliamo di tubazioni che sono già state sostituite in passato, ma che continuano a rompersi – spiega ancora Di Blasi – vorremmo capire perché si verifica tutto questo. Nessuno ha pensato di intervenire sulla valvola collocata all’altezza del cimitero monumentale. Il sindaco, secondo noi, avrebbe dovuto prendere posizione in maniera molto più forte. Viene negato il diritto all’acqua ad un’intera città e nessuno fa niente. In passato, abbiamo dato diversi suggerimenti che sono caduti nel vuoto”. La denuncia verrà presentata nei prossimi giorni.