Gela. La videoconferenza convocata oggi dal sindaco Lucio Greco per tentare di arrivare ad una soluzione sulle misure da adottare a supporto delle imprese in crisi per l’emergenza Covid non ha sortito molti effetti. La prossima settimana, si tenterà di arrivare ad una scelta condivisa. Le parti sociali che hanno chiesto il confronto attendono indicazioni chiare dall’amministrazione comunale. “Noi, cioè gli stati generali del territorio, abbiamo rivendicato il diritto ad avere una risposta chiara, netta e attuale in merito a questo dramma che non ha precedenti – dicono – e quindi va trattato nella sua dimensione emergenziale. Noi, lo ribadiamo, non abbiamo la presunzione di risolvere i problemi del mondo ma siamo responsabilmente seri e concreti per definire una proposta tangibile ed esigibile al fine di far riaprire le saracinesche a garanzia dei proprietari, dei dipendenti e dell’economia sana in una città a forte rischio usura”. Per la prima volta, in maniera espressa, sindacati, organizzazioni datoriali e ordini professionali lanciano l’allarme della morsa degli usurai che potrebbe prendersi piccoli esercenti, imprenditori e le loro attività. Senza liquidità, c’è chi potrebbe rifugiarsi nei prestiti a strozzo pur di sopravvivere. “Non vogliamo nessuna elemosina nè contributi a pioggia e nemmeno fare l’elenco della spesa – continuano – ma auspichiamo un sostegno reale sapendo che il tempo non è fattore neutro bensì dirimente dato che noi siamo ancora in bilico tra la fase 1 e la fase 2. Mercoledì prossimo siamo pronti ad un ulteriore confronto perché la collaborazione nostra non verrà mai meno nei confronti delle istituzioni dello Stato che devono dare speranza e concretezza a chi denuncia il rischio che entro sessanta giorni ci saranno più di diecimila cittadini senza reddito con tutto ciò che ne consegue”.
I segretari confederali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl (Ignazio Giudice, Emanuele Gallo, Maurizio Castania e Andrea Alario), i rappresentanti di Confcommercio, Cofesercenti, Casartigiani e Fipe-Confcommercio (Rocco D’Arma, Rocco Pardo, Antonio Ruvio e Paolo Grimaldi) e quelli degli ordini professionali (Salvatore Sauna, Giuseppe D’Aleo, Nuccio Cannizzaro e Giovambattista Mauro), nelle ultime settimane hanno chiesto a gran voce interventi concreti, prospettando anche la possibilità di attingere dalle royalties estrattive di Eni. Ora, servono le misure.