Gela. Sono stati trasferiti in altre sedi, ad iniziare da quella piemontese della “Bytest”, del gruppo “Tuv Italia”. I dieci operai locali dell’azienda, che si occupa di controlli non distruttivi in raffineria, da settimane hanno avviato la protesta. Hanno dichiarato lo sciopero perché ritengono illegittimi i provvedimenti giunti dai vertici aziendali. Ora, attendono che la prefettura di Caltanissetta possa convocarli. “Siamo pronti ad un sit-in a Caltanissetta – dicono – le nostre famiglie rischiano di rimanere senza nulla. In questa città, si muore di cancro o di fame”. Per loro, al momento, sembrano non ci siano soluzioni. Ritengono che il trasferimento sia un tentativo di farli uscire dal bacino storico dell’indotto locale. “Ci sono troppe anomalie in quello che sta accadendo – spiegano ancora i lavoratori – l’azienda mette in atto pratiche non da grande gruppo ma da piccola ditta”.
Con l’approssimarsi del Natale, la situazione potrebbe diventare ancora più grave. Ieri, il ministro dell’ambiente Sergio Costa ha sbloccato la proroga Via che dovrebbe dare il via libera ai cantieri della base gas. Il protocollo firmato dallo stesso ministero e da Eni, inoltre, introduce nuove possibilità di investimenti, nell’ottica di una fase di totale decarbonizzazione del sito locale. I lavoratori “Bytest” chiedono di avere risposte, anche dalla prefettura nissena e dalle istituzioni.