Gela. Funzionari del Comune e dell’Asp, politici locali e anche regionali, ispettori provinciali, funzionari regionali, società finanziarie. Tutti coinvolti nell’indagine che la procura ha avviato sulla Rsa Caposoprano, la residenza sanitaria assistita.
Le accuse. I reati ipotizzati sono quelli di abuso d’ufficio, concussione, falso e truffa in danno di Enti Pubblici.
Dalle 7 di stamattina Commissariato di Gela e della Compagnia della Guardia di Finanza di Gela hanno effettuato numerose perquisizioni in esecuzione di decreti emessi dalla Procura di Gela.
Quanto da noi preannunciato poche ore fa trova riscontro in un comunicato ufficiale della Procura.
Gli abusi commessi. Alcuni episodi su cui stanno indagando i magistrati sono gravissimi perché coinvolgono funzionari Asp che avrebbero attestato il falso per rendere idoneo il locale di via Palazzi, con la complicità presunta di taluni politici regionali. Stesso discorso per la destinazione d’uso e la conformità urbanistica. Sono state eseguite perquisizioni domiciliari e personali delle persone sottoposte alle indagini, di soggetti a queste collegate, delle sedi delle società coinvolte, degli uffici del Comune di Gela (Affari generali, Suap), dell’Asp di Caltanissetta e del distretto di Gela, del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco, nonché dell’Assessorato alla Sanità della Regione siciliana.
Le indagini fanno riferimento all’accreditamento, da parte dell’Assessorato alla Sanità della Regione, a seguito di bando pubblico, di 100 posti letto, di cui 58 in convenzione con l’ASP 2 di Caltanissetta, per residenze sanitarie assistite. Dei 58 posti in convenzione, 38 sono stati accreditati alla società SST Srl, operante presso RSA Caposoprano sita in Gela, legata all’attuale direttore generale Renato Mauro.
Il blitz al Comune. La procura scrive che “gli accertamenti hanno tra l’altro riguardato i profili della regolarità urbanistica dell’immobile sito in Gela dove è stata avviata nell’anno 2014 l’attività di Residenza Sanitaria Assistita “Caposoprano”, ipotizzandosi che il predetto immobile, di proprietà della SST s.r.l., sia stato realizzato in difformità rispetto alle concessioni edilizie rilasciate e che gli abusi edilizi realizzati non potevano essere sanati, laddove il Comune di Gela ha rilasciato autorizzazione di agibilità/cambio di destinazione d’uso”.
Un requisito essenziale ai fini dell’accreditamento e della successiva stipula della convenzione con l’ASP 2 di Caltanissetta. Ecco perché stamattina finanzieri e poliziotti erano allo sportello Suap, che ha rilasciato il certificato di agibilità/sanatoria, relativo all’immobile interessato.
Nel mirino anche il cambio di destinazione d’uso dell’immobile che ospita la RSA Caposoprano che si fonda su accertamenti svolti dagli enti competenti (Ufficio Urbanistica del Comune di Gela, ASP n. 2 Distretto di Gela, Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Caltanissetta)” i cui esiti – scrive la Procura – appaiono discostarsi dalle effettive situazioni di fatto”.
Sono sottoposti ad indagine diversi pubblici ufficiali, tra cui dirigenti del Comune di Gela e della Asp2 di Caltanissetta.