“Chimera”, appello conferma l’ergastolo per Sanfilippo e Medicea: pena ridotta a Brancato

 
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Mazzarino. Le due condanne per gli omicidi di Benedetto Bonaffini e Luigi La Bella sono state confermate dai giudici della Corte d’assise d’appello di Caltanissetta. L’ergastolo infatti è stato disposto per il boss Salvatore Sanfilippo e per la moglie Beatrice Medicea. Sanfilippo, in base agli esisti della maxi inchiesta “Chimera”, era capo indiscusso degli stiddari dell’omonima famiglia. Rispetto alle loro posizioni, sono venute meno due aggravanti, compresa quella della premeditazione per Medicea, ma con la conferma del carcere a vita. L’inchiesta, coordinata dai pm della Dda nissena e eseguita dai carabinieri, permise di venire a capo di un sistema controllato dai Sanfilippo, sulla base di estorsioni, intimidazioni, armi e traffico di droga. Si è da poco concluso il giudizio ordinario per altri coinvolti. In primo grado, il collegio penale del tribunale di Gela ha emesso venticinque condanne Il riferimento per le sostanze stupefacenti era il gelese Emanuele Brancato. Per lui, rappresentato dagli avvocati Giacomo Ventura e Davide Limoncello, la pena è stata ridotta da sedici anni di reclusione a dieci anni. Non sono state riconosciute alcune delle aggravanti addebitate, compresa quella mafiosa. Sedici anni e due mesi sono stati pronunciati per Paolo Sanfilippo, a sua volta indicato ai vertici della famiglia di mafia. Dodici anni per Gianfilippo Fontana, dieci anni e sei mesi a Marco Gesualdo (con la riqualificazione per le contestazioni legate alla droga e l’assoluzione per uno degli addebiti indicati dall’accusa), dieci anni e quattro mesi per Silvia Catania (con l’assoluzione per uno dei capi di accusa, il non riconoscimento di una delle aggravanti e la riqualificazione dei fatti di droga), due anni a Girolamo Bonanno (difeso dall’avvocato Flavio Sinatra per lui pena ridotta rispetto ai quattro anni imposti in primo grado e la procura generale aveva indicato dieci anni per l’ipotesi di associazione mafiosa), pena ridotta a due anni e otto mesi per Paolo Di Mattia,  Salvatore Di Mattia e Melina Paternò e infine sei mesi per Salvatore Strazzanti.

Il “non doversi procedere” è stato pronunciato per Giuseppe Morgana. C’è stata invece la rinuncia all’appello per le posizioni di Massimiliano Cammarata, Luca Guerra, Valentina Guerra, Grazia Minischetti e Maria Sanfilippo. Per due capi di accusa, anche nei confronti di Beatrice Medicea. Il “fatto non sussiste” è la formula per l’assoluzione di Salvatore Giarratana. Tra le altre statuizioni dei giudici di assise, la cessazione delle misure cautelari imposte a Morgana e Bonanno. Tutti gli imputati avevano optato per il rito abbreviato e la procura generale ha concluso per la conferma delle condanne. Tra i legali di difesa ci sono gli avvocati Carmelo Terranova, Agata Maira, Luca Cianferoni, Attilio Villa, Gaetano Lisi, Gaetano Giunta, Giuseppe Piazza, Giuliano Dominici, Gaetano Giunta, Walter De Agostino, Antonino Ficarra, Elisabetta Gatto, Stefano Gerunda, Raffaele Minieri, Vincenzo Vitello e Giovanni Cannizzaro.

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