Gela. Il termine ultimo per la presentazione delle offerte, destinate all’aggiudicazione della gara breve da un anno del servizio rifiuti, scade il prossimo 12 dicembre. Due procedure sono già andate deserte e questa volta i sindaci della Srr4 hanno optato per la soluzione dei lotti territoriali. Il servizio viene diviso per aree, compresa quella di Gela (da oltre 6 milioni di euro). A differenza dei due “tentativi” precedenti, questa volta anche l’attuale gestore del servizio, la campana Tekra, pare interessata a partecipare. Negli scorsi mesi, invece, aveva preannunciato che non avrebbe partecipato alle gare che sono state bandite, per poi andare deserte. Dagli uffici dei manager campani è partita un missiva, indirizzata ai sindaci dei Comuni interessati, al commissario liquidatore dell’Ato Cl2, al presidente della Srr4 e ai tecnici della Centrale unica di committenza. Gli imprenditori di Tekra chiedono chiarimenti su diversi aspetti del bando di gara, che ritengono non conformi, anche rispetto ai precedenti disciplinari. Nella comunicazione, si valutano diversi punti, a cominciare dal costo del personale. “L’importo complessivo della manodopera -somma di tutti i lotti ammonta a circa 9.351.338€ annui risultando nettamente superiore a quello indicato nel disciplinare di gara relativo alle due precedenti procedure – si legge nella missiva – ove lo dichiarava pari a circa 9.065.722€. Per quanto appena detto, si richiedono chiarimenti sul criterio adottato per la rimodulazione del quadro economico dal momento che, almeno da quanto evincibile dalle schede di progetto, nessuna variazione – quali/quantitativa- è stata apportata ai servizi da rendere”. Dubbi vengono mossi anche sull’eventuale gestione dei centri comunali di raccolta, in quei Comuni che li prevedono. Secondo gli imprenditori campani, che ormai da anni gestiscono in proroga il servizio anche in città, ci sarebbero troppe incongruenze su altre previsioni contrattuali. Tra tutti, la possibilità per i Comuni e per la Srr di richiedere variazioni al servizio, anche in corso d’opera. “La previsione di un così ampio ius variandi, con facoltà della committente di apportare modifiche unilaterali all’oggetto del contratto fino alla concorrenza del 10 per cento del corrispettivo totale e di esigere interventi straordinari (artt. 49 e 68) – scrivono ancora da Tekra – sempre nell’ambito della predetta variazione, introduce nel rapporto elementi di aleatorietà e viola l’art. 106 del D.Lgs. n°50 del 2016 e ss.mm.ii., specie in ragione del fatto che non sono state previste clausole chiare, precise e inequivocabili, che fissano la portata e la natura di eventuali modifiche nonché le condizioni alle quali esse possono essere impiegate”.
Per i responsabili di Tekra, una previsione di questo tipo contrasterebbe con i dettami indicati dall’Autorità nazionale anticorruzione. Neanche le penali, definite “pesantissime”, convincono i tecnici dell’azienda. Penali che scatterebbero qualora non venissero rispettate le percentuali di raccolta differenziata. “A parere di chi scrive – si legge nelle conclusioni – tutte le predette attività, anche qualora, nella più ottimistica delle ipotesi, le Amministrazioni Comunali, le varie organizzazioni civiche e di settore oltre che tutti gli utenti si muovessero massicciamente e sinergicamente col gestore del servizio nell’espletamento delle predette iniziative ed attività, richiedono tempi ben più lunghi dei tre mesi previsti in progetto per l’entrata a regime del servizio e il raggiungimento del 65 per cento della percentuale di raccolta differenziata”.