Gela. Tempi certi per l’investimento “Argo-Cassiopea” e più attenzione al rientro nel sito locale di dipendenti, attualmente dislocati in altre strutture. Al termine del giro di incontri, tenutosi nelle ultime settimane, le segreterie provinciali di Filctem, Femca e Uiltec continuano ad essere preoccupate sullo stato di avanzamento delle procedure per la base gas di Eni. “E’ emerso la necessità nell’immediato di verificare ai massimi livelli rappresentativi gli sviluppi inerenti il protocollo di intesa del 6 Novembre 2014 e successive integrazioni avvenute attraverso il protocollo aggiuntivo siglato il 9 dicembre 2019 tra il ministro dell’ambiente Sergio Costa e l’amministratore delegato Eni Claudio Descalzi sull’area industriale di Gela e in particolare sull’investimento “Argo-Cassiopea”. Pur avendo avuto rassicurazioni in merito all’investimento da Enimed, è emersa preoccupazione per i tempi di realizzazione del progetto – dicono i segretari Francesco Emiliani, Gaetano Catania e Maurizio Castania – esiste una forte apprensione per l’assetto attuale di produzione e organizzazione del lavoro nei siti Enimed siciliani, diminuita fortemente in termini di produzione di greggio e non accompagnata da una adeguata manutenzione per un revamping complessivo dei pozzi strutturalmente datati. Inoltre rivendichiamo, che poco si e fatto nella ricerca e sviluppo così come previsto nel protocollo al Ministero dello sviluppo economico”. Sul fronte di raffineria, si attende il completamento dell’impianto Btu. “Dopo l’avviamento della green refinery, andata in produzione, importanza strategica per la stessa assume l’investimento dell’impianto Btu che metterebbe la raffineria in assoluto all’avanguardia delle raffinerie Bio, in termini di approvvigionamento di materie prime e lavorazione di cariche alternative all’olio di palma, dando così un ulteriore slancio di produzione altamente qualitative in un mercato notevolmente in espansione. Dalle verifiche effettuate in sede Rage – aggiungono – ci rassicurano le iniziative rappresentate dalla società in termini di tempistica, sono state accolte favorevolmente le nuove progettazioni che diventeranno importanti per il consolidamento produttivo del sito”.
Il concetto è sempre lo stesso per quanto riguarda il capitolo bonifiche, che secondo i sindacati risente delle lungaggini burocratiche. “Da un lato si portano avanti le bonifiche sul territorio e nello stesso tempo si dà l’opportunità di nuove iniziative imprenditoriali e industriali. Tutto questo però deve essere accompagnato non da una burocrazia e un sistema farraginoso nel rilascio delle autorizzazioni ministeriali e regionali che va molto a rilento, ma da un sistema politico e pubblico capace di snellire e accompagnare i progetti in tempi più rapidi e moderni. Tra le tante attività di bonifica si ricorda quella specifica dell’Isaf che è da anni ferma nei meandri di autorizzazioni ministeriali, regionali e prefettizie”, spiegano ancora. Il punto del rientro del personale è ancora irrisolto. “Più volte è stato fatto rilevare che molte delle consulenze attivate rischiano di non far sviluppare le professionalità dei lavoratori sul territorio, fermo restando che ancora a oggi ci sono dislocati numerosi lavoratori in trasferta Italia ed estero che con una adeguata formazione professionale contribuirebbero ad abbassare i costi di gestione e nel frattempo diminuire la presenza dei lavoratori n trasferta – dicono i segretari – pertanto assume un aspetto grave le assunzioni messe in atto di personale che fino a ieri ha operato da consulente esterno e oggi si trova in forza nella società Eni Rewind. Queste situazioni ci risultano intollerabili, vista la mission che si era data Eni, con il rientro di quanti più lavoratori possibili sul territorio”. Il confronto va riportato a livello nazionale e a breve probabilmente potrebbe tenersi un nuovo tavolo tra tutte le parti coinvolte. “Oggi assume notevole importanza parlare di assetti organizzativi della società Eni Rewind che risulta sottodimensionata rispetto all’attività che dovrebbe svolgere nel territorio in ambito di bonifica, dismissioni e smantellamento. Per tutte le società Eni – concludono – diventa indispensabile attivarsi nel più breve tempo possibile, cosi come stabilito nell’incontro del 21 gennaio del 2020 a Roma, per l’incontro di ritorno tra le segreterie nazionali, regionali, territoriali ed Eni per una valutazione complessiva sull’area industriale di Gela, fermo restando tutte le iniziative che il territorio potrà mettere in campo a tutela e salvaguardia dei posti di lavoro sul sito. La ricerca di incontri con la politica regionale, locale e con tutte le istituzioni, è indispensabile per un’assunzione di responsabilità per un consolidamento industrialmente sul territorio”. Nei prossimi giorni verrà convocato un attivo unitario di tutti i dipendenti del gruppo e verranno assunte le iniziative ritenute più adeguate.