Gela. Condanna annullata, per la seconda volta, e nuovo rinvio alla Corte d’assise d’appello. Per la difesa non fu concorso in omicidio. La decisione arriva dai giudici di Cassazione che si sono pronunciati sul caso di Marco Vella, accusato di concorso nell’omicidio del quarantottenne Benito Cannizzo. L’uomo venne ucciso all’interno del bar Rouse di via Crispi nel dicembre di cinque anni fa. Per quei fatti, è diventata definitiva la condanna ad otto anni di detenzione per Orazio Vella, fratello di Marco, e già gestore del bar. Il nuovo annullamento è stato deciso dopo il ricorso presentato dai difensori dell’imputato, nei gradi precedenti condannato a sette anni di reclusione. Gli avvocati Danilo Tipo e Giovanni Aricò, infatti, hanno sempre contestato l’accusa di concorso in omicidio volontario. Si sarebbe trattato, invece, di un eccesso colposo di legittima difesa. In sostanza, i fratelli Vella avrebbero risposto alle continue provocazioni di Cannizzo che in più occasioni avrebbe preteso di consumare nel bar senza pagare. Al culmine dell’esasperazione, secondo i difensori, sarebbe scattata l’aggressione mortale senza, però, la volontà di uccidere. L’annullamento della sentenza di condanna pronunciata negli scorsi mesi dai giudici della Corte d’assise d’appello di Catania, intervenuti dopo un primo annullamento dei magistrati romani, è stato richiesto anche dal procuratore generale.
I giudici romani annullano. In base alle indicazioni arrivate dal pg, i giudici della Corte d’assise d’appello non hanno motivato in maniera coerente la condanna per concorso in omicidio e, soprattutto, non avrebbero giustificato la scelta di scartare l’ipotesi dell’eccesso colposo di legittima difesa. Il concorso nell’omicidio, invece, è stato sostenuto, anche in cassazione, dai legali che rappresentato i familiari del quarantottenne morto all’interno del bar di via Crispi. Gli avvocati Maurizio Scicolone, Paola Savio e Luana Garozzo ritengono che l’aggressione a Cannizzo fosse stata ideata dai titolari dell’esercizio commerciale ben prima di quella sera di dicembre. I giudici di Cassazione, alla fine, hanno accolto le richieste della difesa e del procuratore generale: il caso di Marco Vella ritornerà in appello.