Gela. Nessun riscontro alle richieste sindacali, nonostante le raccomandazioni avanzate dall’assessorato regionale alla sanità. Le segreterie provinciali di Fp-Cgil e Uil-Fpl prendono le distanze dall’atteggiamento del management Asp e del direttore generale Alessandro Caltagirone. Con l’emergenza Covid in atto, i manager avrebbero chiuso a qualsiasi confronto, mettendo a rischio anche il personale, impegnato nelle strutture ospedaliere del territorio, con in testa il “Vittorio Emanuele” e il “Sant’Elia” di Caltanissetta. “Non saremo virologi di fama internazionale né tantomeno manager di consolidata esperienza in campo sanitario, ma neanche possiamo permettere che ci venga sottratto il ruolo che abbiamo e che costantemente – dicono i segretari Rosanna Moncada e Massimiliano Centorbi – dobbiamo ricordare alla dirigenza sanitaria di Caltanissetta”. Le distanze sono enormi e i sindacati non concordano con il metodo adottato dai manager Asp. “Ancora prima dell’insediamento del comitato regionale, nell’evidenziare le criticità emerse abbiamo avuto un atteggiamento propositivo e di collaborazione, in particolare sulla gestione in azienda dei pronto soccorso di Caltanissetta e Gela, confidando che nel direttore generale dell’Asp Alessandro Caltagirone ci fosse un cambiamento nello stile delle relazioni sindacale – aggiungono – l’emergenza Covid-19, con il carico di gravità che porta con sè, è l’occasione per mettere in campo tutte le risorse disponibili, soprattutto le organizzazioni sindacali confederali che nel ruolo di parti sociali e rappresentanti dei lavoratori hanno un ruolo fondamentale. Registriamo, ancora una volta, il mancato dialogo da parte del direttore generale dell’Asp, che non risponde alle note inviate, se non sporadicamente e su testate giornalistiche on-line, costringendo i sindacati, per avere risposte e interventi, a note durissime inviate a prefetto e assessorato. Auspichiamo un cambio di marcia, noi come organizzazioni sindacali ribadiamo che, in questa fase emergenziale, il confronto sia essenziale, a tutela dei lavoratori e per evitare un inasprimento delle relazioni sindacali. Noi il dialogo l’abbiamo sempre cercato, ma invano”. L’emergenza sta mettendo a dura prova il personale medico e gli operatori in servizio nelle strutture del territorio. Da Cgil e Uil arriva la richiesta del pieno riconoscimento delle indennità che spettano al personale.
“Chiediamo il riconoscimento in favore del personale infermieristico e di supporto, operatori socio sanitari, ausiliari specializzato e operatori tecnici addetti all’assistenza e per il personale tecnico non in smart working, le indennità previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro, posto l’indubbia natura infettiva del Covid-19 e nell’ulteriore considerazione del fatto che, comunque, il personale è esposto quotidianamente al pericolo di infezione. Per il personale infermieristico che presta servizio nelle terapie intensive, si chiede l’applicazione dell’indennità di maggior favore – continuano – vanno concesse ai dipendenti del “Sant’Elia” e del “Vittorio Emanuele”, poiché tutti i reparti oramai trattano indistintamente l’emergenza epidemiologica e ai dipendenti dei pronto soccorso dei presidi minori di Mussomeli, Mazzarino e Niscemi, poiché anche loro hanno contatti quotidiani con pazienti sospetti Covid e al personale dell’ufficio tecnico aziendale, che sta operando senza sosta affinché le strutture aziendali siano convertite per rispondere all’emergenza nazionale”.