Blitz “Villaggio Aldisio”, le intercettazioni: “Se non mi aiutano sparo a tutti”

 
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Gela. Le armi, in base agli elementi dell’inchiesta che ha condotto all’arresto di undici presunti esponenti dello stesso gruppo criminale, dovevano essere salvaguardate.

Per questa ragione, nonostante si trovasse agli arresti domiciliari dopo il fermo dello scorso aprile, Nunzio Di Noto avrebbe chiesto ai “carusi” di trasportarle in aree diverse da quella di contrada Burgio, ormai sotto stretto controllo da parte degli agenti di polizia. Venne individuato un terreno in contrada Priolo Sottano e l’incarico di nasconderle sarebbe stato affidato ad Aristide Tascone.
Lo stesso Tascone non si sarebbe tirato indietro, in base a quello che emerge dall’inchiesta, dal minacciare, durante un colloquio con il padre, alcuni parenti che non gli avrebbero concesso prestiti in denaro.
“Tu non ci credi – diceva al padre – che io scendo là sotto e sparo a tutti”. Intanto, sono iniziati i primi interrogatori di garanzia davanti al gip Veronica Vaccaro. Otto degli arrestati, alla presenza dei loro difensori di fiducia, hanno scelto di non rispondere alle domande poste dal giudice.

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