Gela. Ottantotto sacchi contenenti amianto dismesso proveniente dalla bonifica delle diverse aree e impianti della Raffineria di Gela sono stati sequestrati dalla Guardia costiera su ordine della procura. Continua l’attenzione della magistratura sui reati ambientali.
L’attenzione si è concentrata su tre capannoni in cemento armato in uso alla Polimeri Europa ed ora di proprietà della Raffineria di Gela, trasformati in deposito di rifiuti pericolosi.
Sul posto sono intervenuti i militari della Guardia Costiera di Gela e del Nucleo speciale di Roma, congiuntamente a personale della Provincia di Caltanissetta – Settore Territorio e Ambiente e a Personale dell’ Asp 2 di Caltanissetta, dopo una ispezione hanno proceduto al sequestro di tre locali, ubicati in una vecchia e fatiscente costruzione in cemento armato.
Gli 88 grandi sacchi (big-bags) erano colmi di rifiuti, 87 dei quali sono risultati contenere amianto dismesso proveniente dalla bonifica delle diverse aree/impianti della Raffineria di Gela S.p.A., eseguita da alcune ditte dell’indotto nel corso degli anni 2011 e 2012 e n. 1 big-bag contenente materiale di colore nero di cui non è stata chiarita la provenienza.
I reati contestati riguardanti la violazione del codice dell’ambiente, sono gestione non autorizzata di rifiuti pericolosi e deposito incontrollato di rifiuti pericolosi, nella forma aggravata, essendo i fatti commessi in presenza di dichiarazione di stato di emergenza rifiuti in Sicilia. Inoltre sono state contestate contravvenzioni in materia di sicurezza sul lavoro.