Biviere, piano rimodulato per la caratterizzazione dell’area: “Rilevati arsenico e mercurio”

 
0
Il lago Biviere

Gela. La documentazione è stata inoltrata al Ministero dell’ambiente e fa rilevare l’esigenza di compiere verifiche dettagliate per il lago Biviere e più in generale per l’area protetta. Gli uffici del dipartimento regionale acqua e rifiuti hanno trasmesso al ministero, ma anche ad Ispra, Arpa e al Comune, il piano rimodulato delle indagini integrative alla caratterizzazione della zona. C’era stata infatti l’esigenza di integrare, sulla scorta di ulteriori riunioni tenute e di un sopralluogo effettuato nella Riserva lo scorso marzo. Dal piano rimodulato delle indagini integrative emergono comunque riscontri che vanno affrontati con la caratterizzazione. Da tempo, i riferimenti locali della Lipu, ente gestore della Riserva, segnalano l’esigenza di una bonifica che consenta di intervenire pure nell’area che un tempo pare sia stata usata per smaltire idrocarburi. A preoccupare sono soprattutto le condizioni del lago, oggi inoltre sotto livello. Nel piano delle indagini integrative, ora rimodulato, si riporta che “in conclusione, dai dati ottenuti nel triennio 2020-2023 né lo stato ecologico né lo stato chimico sono in classe “buono”. Lo stato ecologico “sufficiente” è da ricondurre all’elevato livello trofico (LTLeco), all’Eqb fitoplancton e alla presenza di arsenico nella colonna d’acqua. Lo stato chimico “non buono” è dovuto alla concentrazione di mercurio e cipermetrina”. Viene precisato che “l’analisi integrata pressioni-stato-impatti appare coerente con la classificazione dello stato di qualità e consente di stabilire che il Biviere di Gela è un corpo idrico a rischio”. Rispetto all’area nel suo complesso e a quella che fu in passato destinata allo smaltimento di idrocarburi, già sottoposta a verifiche nel corso del tempo, il piano precisa che “in assenza di interventi volti alla rimozione delle sorgenti primarie di contaminazione presenti in maniera diffusa, nonché di una efficace vigilanza volta al controllo e alla repressione di pratiche di combustione illecite, non potrà procedersi nel merito secondo i dettami della vigente normativa in materia di bonifiche. In secondo luogo, occorre aggiornare il modello concettuale per mezzo di una caratterizzazione dell’intera area, ivi compresa l’area del deposito di idrocarburi”.

Quello del Biviere è uno dei sette siti orfani siciliani, ricompreso nel decreto emesso dal ministero e pubblicato in gazzetta ufficiale ad inizio giugno. Viene classificato nel Sin di Gela. I responsabili della Riserva, da anni, insistono affinché l’intera area venga sottoposta ad un monitoraggio complessivo, finalizzato ad attività di messa in sicurezza e bonifica. In base ai dati indicati nel decreto, l’area interessata si estende su una superficie di 2.110.000 metri quadrati. Il ministero, per tutti i siti orfani italiani elencati nel provvedimento, calcola uno stanziamento complessivo di 500 milioni di euro (per il sito locale si calcola un costo di 25 milioni di euro). La copertura è la misura M2C4, investimento 3.4 del Pnrr e la conclusione delle attività è fissata al 2026.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here