“Bigenitorialità è fondamentale”, Mantenimento-diretto: “Tutelare diritti dei bambini”

 
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Cascino e il movimento ritornano sulla necessità di un vero raffozamento della bigenitorialità

Gela. “I bambini hanno il diritto di stare con entrambi i genitori, seppur separati”. Anche i rappresentanti locali di “Mantenimento diretto-Aps” ribadiscono la centralità della bigenitorialità. “Vale la pena evidenziare come la legge 54 del 2006, approvata in modo pressoché unanime dal parlamento, sulla quale si fondano i provvedimenti dell’autorità giudiziaria recepisce principi che trovano fondamento nella Costituzione e nelle più importanti Convenzioni in tema di diritti umani quali la Cedu e la Convenzione di New York e che riconoscono come inviolabile il diritto di ogni figlio ad avere due genitori e non essere separato da essi se non per dimostrate situazioni di violenza, abuso o trascuratezza. L’autorità giudiziaria, una volta verificata, com’è sempre avvenuto nei casi dei quali si discute, la sussistenza dei presupposti per l’affidamento dei figli tra i due genitori e l’assenza delle condizioni ostative di violenza, abuso o trascuratezza, ha adempiuto al proprio dovere di garantire il diritto di quei bambini a crescere nel pieno dell’equilibrio psicofisico che, come riconosciuto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, deriva dalla continuità, dalla completezza e dell’effettività della relazione con entrambi i genitori”, si legge in una nota del movimento, ripresa dal coordinatore provinciale Angelo Cascino. Per il gruppo, non è plausibile l’ipotesi dell’alienazione parentale. “Del tutto fuorvianti e frutto di mera strumentalizzazione politica appaiono le polemiche relative all’alienazione parentale. Da decenni la giurisprudenza, in piena sintonia con il comune sentire, censura fatti e comportamenti volti ad escludere, limitare o indebolire i rapporti tra un figlio ed uno dei due genitori. Chi pensa che sia un buon genitore quello che rifiuta di far parlare un figlio al telefono con la il padre o la madre? Oppure quello che continuamente inveisce contro l’altro o usa un linguaggio scurrile in presenza dei figli per rivolgersi alla madre o al padre o ad uno dei nonni? Chi crede davvero che sia un genitore responsabile quello che non dà informazioni importanti o veritiere sullo stato di salute di un figlio al padre o alla madre? L’alienazione parentale, infatti, non ha alcuna connotazione di genere”, ribadiscono lo stesso Cascino e il coordinatore cittadino Ignazio Bruscia.

Il movimento segue la necessità di un rafforzamento dei principi di bigenitorialità. “E’ necessario rafforzare la legge 54 del 2006 e rendere effettivo e pieno il principio di bigenitorialità, così come fatto da tutti i paesi del Nord Europa che anche grazie a questo hanno tassi di occupazione femminile simili tra uomini e donne, ma rappresenta una forma di discriminazione al contrario verso tante madri vittime dei medesimi comportamenti. Con l’auspicio che in futuro la politica eviti ogni indebita ingerenza in vicende all’esame dell’autorità giudiziaria, l’associazione ha lanciato una campagna social, #lalienazionenonhagenere, volta a spiegare le reali dinamiche innescate da una legge mal compresa da molti operatori del diritto e che perciò espongono l’Italia a continue condanne – conclude la nota – due nel solo mese di giugno, da parte della Cedu per violazione dei diritti dei figli, e a promuovere comportamenti responsabili, leali e maturi tra genitori separati nel rispetto dei loro figli”.

1 commento

  1. Siamo 1000 anni in dietro, la legge non garantisce i minori, cura solo gli interessi delle mamma quanto donne.
    Tutto quanto descritto si racchiude in tre lettere PAS, e la gran parte delle volte è proprio la mamma a metterlo in atto, e per questo che le ultime sentenze in cassazione non riconoscono e non vogliono sentire parlare di PAS o di ALIENAZIONE FAMILIARE, in quanto non riconosciuta da uno studio scientifico.

    Siamo bravi a parlare di Europa di paese civile, allora approviamo le leggi che regolamenta le separazioni in tutti i paesi civili, dove la bigenitorialità è una certezza è che al separarsi nessun interesse anche economico resta a favore di uno o dell’altro coniuge e in Italia solo esclusivamente alla moglie.
    Figli, casa e 80% dello stipendio e poi in quella che era la casa familiare, dove il marito paga il mutuo, ci va a vivere, anche se non in pianta stabile, col nuovo compagno.

    Tutto con la complicità dei giudici.

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