Gela. Piuttosto che esternalizzare ai privati si cerchino risorse per bandi di assunzione di nuovo personale in municipio. Il consigliere Paola Giudice prende spunto dall’ipotesi che possano essere attivati contratti quadro per la progettazione, come proposto dal presidente della commissione consiliare sviluppo economico Rosario Faraci. La scelta di affidarsi a società multidisciplinari, appaltando i servizi, viene scartata dall’esponente di sinistra, che invece chiede un monitoraggio attento di ciò che non va tra gli uffici del municipio. Un dibattito che si è aperto dopo il taglio dei soldi del Patto per il Sud, che secondo la Regione sarebbe giustificato dai ritardi nell’iter dei progetti. “La buona politica deve cercare le responsabilità, individuarle e comprendere dove si annidano limiti e storture dentro Palazzo di Città – dice -questo non significa perseguitare i dipendenti, ma valorizzare il meglio e creare le condizioni di un serio lavoro di gruppo. Esternalizzare non sempre è misura di efficienza e neppure di risparmio di denaro pubblico e tra l’altro la responsabilità del procedimento rimarrebbe interna, quindi rimarrebbe all’impiegato di turno, progetto per progetto”. Secondo Giudice, la politica si sarebbe quasi dimenticata dei dipendenti comunali, gestendo in malo modo le risorse interne a Palazzo di Città. “Il Comune di Gela ha in atto una dispersione delle competenze tecniche, basti pensare che ci sono ingegneri, architetti e geometri, quindi funzionari e istruttori, impegnati nel settore ambiente, al patrimonio e allo sviluppo economico. Mi pare chiaro che se la volontà politica è stata e continua ad essere questa dispersione di competenze, tutta a danno del settore lavori pubblici, si comprende perché il Comune perda finanziamenti e quindi lavoro per imprese e dipendenti – continua – da consigliere comunale chiedo al sindaco e ai suoi assessori di avere contezza di cosa c’è dentro il Palazzo, scoprirebbero che ci sono 351 dipendenti, ad oggi, in grado di essere formati celermente. Scoprirebbero che ci sono tecnici tra i dipendenti che hanno seguito l’ultimo corso di formazione su indicazione dell’ente nel 1989, trenta anni fa, e solo alcuni tre anni fa hanno partecipato ad un seminario sul ruolo del responsabile unico del procedimento. Sono tutte responsabilità nefaste di chi ha amministrato non certo dei lavoratori. Sempre facendo un bel giro dentro Palazzo di Città scopriranno che i programmi informatici sono quasi più vecchi dell’orologio che domina il municipio e, di certo, nessun tecnico può operare con il programma che le aziende private usano per la progettazione tridimensionale con computo metrico immediato”.
Una sproporzione più che evidente rispetto alle aziende private, che invece con i contratti quadro prenderebbero in mano tutte le fasi delle procedure di progettazione. “La dotazione organica del Comune dovrebbe essere di circa 800 unità – conclude il consigliere – questo è un motivo in più per capire come fare bandi di assunzione anche in considerazione del pensionamento di circa trenta lavoratori ogni anno, che per effetto della disciplina su quota cento, saliranno a circa cinquanta per anno”.