Area di crisi, “agire subito per non perdere i fondi”: accordo di programma sarà rinnovato

 
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Gela. L’area di crisi e l’accordo di programma, ad oggi, sono “incompiute”, che si aggiungono ad un elenco fin troppo lungo di strumenti istituzionali che non hanno mai sortito effetti credibili sul tessuto economico e produttivo locale. Il gruppo di coordinamento e controllo si è riunito questa mattina, dopo tante insistenze dell’amministrazione comunale e a livello romano del senatore Pietro Lorefice. L’unico dato certo, al momento, è la scadenza dell’accordo di programma, fissata per ottobre. L’intenzione unanime, a Roma in primis ma pure negli uffici regionali, è di rinnovarlo. Lo hanno confermato sia i funzionari ministeriali sia quelli dell’assessorato attività produttive della Regione. Le risorse, circa 21 milioni di euro, vengono mantenute. Al culmine di due diversi avvisi coordinati da Invitalia, in un percorso iniziato oltre sei anni fa, solo un progetto ha visto la luce, per il ciclo del packaging. Nel secondo step ancora in essere sono “cinque le proposte in istruttoria” e una ha ottenuto tutti i sì per il finanziamento. I numeri non sono affatto risolutivi. “Dobbiamo fare qualcosa di concreto – ha sottolineato nel corso della riunione il sindaco Di Stefano – oppure i fondi finiranno altrove”. Il primo cittadino è stato piuttosto diretto nella disamina di un quadro generale a tinte fortemente scure. “Si parla di sportelli a supporto delle aziende che però non sono mai partiti – ha precisato – non ci risultano programmi di riqualificazione dei lavoratori usciti dal ciclo produttivo. Se non fosse stato per l’investimento “Argo-Cassiopea”, portato a regime grazie anche alle autorizzazioni che io stesso da assessore contribuii a rilasciare, avremmo avuto un disastro occupazionale. Questo territorio troppe volte è stato lasciato al proprio destino”.

Il sindaco, in video-collegamento, ha preso parte al confronto insieme all’assessore Franzone. Le prossime settimane, quindi, saranno decisive per il rinnovo dell’accordo di programma e per non perdere gli stanziamenti concessi ad un’area di crisi che annovera oltre venti Comuni ma con Gela capofila. Di Stefano ha insistito sulla centralità di un percorso di “animazione” teso a coinvolgere il territorio. “Portiamo il tavolo a livello locale”, ha aggiunto. Le risorse già stanziate dai ministeri e dalla Regione non sono in discussione: è fortemente in dubbio però l’idoneità attuale di una legge come “la 181” sulla quale si fondano tutti gli iter. “Si potrebbero integrare altri strumenti”, è stato osservato dagli uffici ministeriali. Dirigenti e funzionari regionali sono inoltre convinti che molto non abbia funzionato. “Ci sono pochi progetti e non si riesce ad impegnare l’intero budget”, hanno riferito. Il sindaco, al pari di quanto fatto in parlamento dal senatore Lorefice, non ritiene per nulla efficiente un sistema che “costringe le imprese ad attendere tempi lunghi prima di risposte sulle proposte di investimento”. Tutte le parti si rivedranno nel corso di un nuovo incontro. Per ora, la priorità va al rinnovo dell’accordo di programma. A dieci anni dal protocollo d’intesa che sancì la riconversione della raffineria, il capitolo degli investimenti agevolati, alternativi a quelli di Eni, riporta un segno in profondo rosso.

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