Gela. Quarantamila euro per mappare l’intera città ed individuare le aree maggiormente a rischio amianto. Si è concluso, almeno per il momento, il lavoro svolto dai componenti del tavolo tecnico istituito proprio sul fronte delle fibre killer. Un tavolo che sembrava destinato a non produrre risultati, tanto da essere ribattezzato “fantasma”.
Il rapporto finale, invece, è stato depositato sui tavoli dell’ufficio protocollo di Palazzo di Città e della commissione regionale territorio e ambiente.
“Il tempo che abbiamo calcolato per effettuare la mappatura della città non supera i tre mesi dal momento dell’avvio delle attività – spiega uno dei responsabili del tavolo Daniele Esposito Paternò – la spesa, inoltre, è minima, circa quarantamila euro”.
In base alle indicazioni inserite nel report finale, i fondi economici, date le incertezze finanziarie regionali, potrebbero arrivare direttamente dalle royalties petrolifere versate, annualmente, dai manager del gruppo Eni.
“Il meccanismo è piuttosto semplice – continua Esposito Paternò – utilizziamo una minima parte degli incassi delle royalties per mappare tutto il territorio cittadino e, così, agevolare l’avvio delle attività di bonifica. Fondamentale, inoltre, sarà l’informazione verso i cittadini. C’è un enorme gap da saldare su questo fronte”.
Nonostante il budget ridotto, il tavolo pensa di affidare le attività di monitoraggio ad un’azienda che possa utilizzare le migliori tecniche sul campo, compresa l’analisi spettrale delle immagini acquisite da aereo e satellite.
Tutto finalizzato alla costruzione di un vero e proprio piano comunale amianto. Al tavolo, hanno preso parte i rappresentanti dell’istituto sanitario nazionale, dell’associazione internazionale di medici Isde, di Legambiente, Bonifichiamoci, Ona, Movimento cinque stelle, della commissione regionale territorio e ambiente, dell’ufficio tecnico comunale e del reparto d’oncologia del Vittorio Emanuele.