Gela. Sono già stati riconosciuti con sentenze passate in giudicato oppure non sono più sanabili. Almeno mille immobili, potenzialmente, potrebbero finire sotto procedura di demolizione. Un numero già molto elevato, ma che in città potrebbe essere ancora più pesante. Il primo bilancio l’hanno fatto i tecnici del Comune, su richieste che da mesi ormai arrivano sia dai magistrati della procura che dai funzionari della prefettura di Caltanissetta. Negli uffici nisseni, questa mattina, si è tenuto un vertice, con all’ordine del giorno solo la questione abusivismo. I numeri li confermano sia il sindaco Lucio Greco che l’assessore Ivan Liardi. “Sono circa mille gli immobili già individuati – spiegano – stiamo andando verso la stipula di un nuovo protocollo, anche insieme alla procura”. Demolizioni vere e proprie, almeno negli ultimi anni, non ce ne sono mai state, ad eccezione di qualche sporadico caso. Spesso, in Comune, si sono riscontrate notevoli difficoltà nel reperire i fondi ma anche nell’individuare imprese disponibili ad effettuare i lavori di abbattimento degli edifici non in regola. Non c’è ancora un regolamento complessivo che possa dettare principi chiari. Senza la dichiarazione di pubblica utilità, non potranno esserci soluzioni alternative alla demolizione. “Anche su questo aspetto vogliamo effettuare verifiche – dice Liardi – dobbiamo capire quali immobili possano essere dichiarati di pubblica utilità e per quali, invece, non ci siano le condizioni”.
Abusivismo edilizio ed eventuali demolizioni sono da sempre tasti dolenti che la politica locale ha preferito non premere con troppa convinzione. Durante la precedente consiliatura, gli allora componenti della commissione urbanistica tentarono di accelerare per mettere insieme un regolamento che facesse chiarezza sull’eventuale dichiarazione di pubblica utilità degli immobili, soprattutto di quelli dove continuano a vivere intere famiglie. Non si arrivò ad un’intesa e i lavori in aula procedettero con molte difficoltà. Procura e prefettura, però, attendono segnali concreti e la città si conferma tra le “capitali” dell’abusivismo edilizio, almeno se si considera il rapporto tra numero di abitanti e percentuale di strutture realizzate senza regolari autorizzazioni.