Gela. Questa mattina, come abbiamo riportato, è ripresa la mobilitazione dei lavoratori Irmes, che ancora una volta lamentano ritardi nei pagamenti, nonostante vadano avanti i cantieri nell’indotto della bioraffineria. Un’altra situazione che allarma le organizzazioni sindacali è quella di Riva e Mariani, storica società impegnata nel settore delle coibentazioni nel sito industriale locale. Nel contesto Eni, già nello stabilimento di Priolo Gargallo, l’azienda ha perso il contratto e l’appalto è andato alla Termisol, con il relativo passaggio dei lavoratori. Nella bioraffineria invece la situazione pare più complessa. I sindacati, attraverso le segreterie provinciali di Filctem, Femca e Uiltec, parlano di un’azienda “che perde pezzi”. Al momento, sono dodici i lavoratori che rischiano addirittura il licenziamento ma non si esclude che altri possano essere toccati dall’incertezza sul loro futuro occupazionale. I segretari Catalano, Tandurella e Castania, lamentano “iniziative unilaterali” da parte del management di Riva e Mariani. “Ruoli e mansioni affidati arbitrariamente ai lavoratori” creano non poche difficoltà, alimentando tensioni nella trattativa.
“Si perdono contratti uno dopo l’altro – sottolineano i sindacalisti – non possiamo permetterci tagli di personale in città. Da circa un anno, stiamo portando avanti un confronto con la direzione aziendale di Riva e Mariani per avere certezze sugli investimenti e sulle attività principali con le committenti. Abbiamo più volte condiviso percorsi, anche attraverso ammortizzatori sociali, per consentire la riorganizzazione e il rilancio del cantiere di Gela, ma la perdita dei contratti dimostra l’esatto opposto”. Le segreterie sindacali e la Rsu non escludono iniziative plateali, anche davanti ai tornelli della bioraffineria.