Gela. L’intenzione dell’amministrazione comunale sarebbe rinegoziare le condizioni dell’accordo di programma, come spiegato negli scorsi giorni dal vicesindaco Terenziano Di Stefano, che ha parlato di “fallimento” nel descrivere l’esito del bando e dei possibili progetti da finanziare con i venticinque milioni di euro, concessi da governo e Regione. Anche quei pochissimi selezionati potrebbero addirittura non arrivare al passaggio conclusivo della copertura finanziaria. Il governo, però, sembra aprire uno spiraglio sulle aree di crisi. E’ stata approvata e pubblicata la normativa che riforma la precedente disciplina, che porta la firma del ministro Stefano Patuanelli. Criteri meno restrittivi, da un punto di vista di disponibilità economiche da investire, sembrano essere i cardini degli interventi di modifica. Già dopo la firma dell’accordo di programma, siglato sul finire dello scorso anno quando alla guida del Comune c’era il commissario straordinario Rosario Arena, i sindacati (critici fin dai primi passi mossi) sostennero che i venticinque milioni di euro complessivi non sarebbero bastati ad un’area di crisi complessa, con più di venti comuni, ad iniziare da Gela. Non mancarono di sottolineare (lo hanno fatto anche nelle scorse ore) che il bando di selezione dei progetti, definito dopo una lunga procedura imbastita da Invitalia, avrebbe favorito solo imprenditori, già in possesso di una cospicua dotazione di capitali iniziali, almeno un milione di euro. Scoglio che ha invece tagliato le gambe sul nascere a tanti giovani, ma anche a piccole realtà aziendali, che non avrebbero potuto assicurare quel tipo di capitale iniziale. Con la riforma, si interviene anche su questi aspetti.
“Con questo provvedimento, che dà attuazione a quanto previsto nel decreto “Crescita”, si rende lo strumento più agevole e accessibile alle piccole medie imprese e alle reti d’imprese – si legge in una comunicazione ufficiale del Ministero dello sviluppo economico – nonché più funzionale a investimenti strategici ad alto contenuto tecnologico e con forte impatto occupazionale nei territori interessati. Le novità introdotte puntano ad ampliare la platea di imprese potenzialmente beneficiare, anche attraverso un abbassamento della soglia minima di investimento e procedure semplificate per l’accesso alle agevolazioni delle piccole imprese. Sono inoltre previste nuove tipologie di sostegno per favorire la formazione dei lavoratori”. Nello specifico è Invitalia che propone i primi numeri, rifacendosi alla nuova disciplina. “Le novità introdotte puntano ad ampliare la platea di imprese potenzialmente beneficiare, anche attraverso un abbassamento della soglia minima di investimento, da 1,5 milioni di euro a 1 milione di euro, e procedure semplificate per l’accesso alle agevolazioni delle piccole imprese con investimenti inferiori a 1,5 milioni di euro – si legge sul sito di Invitalia – inoltre, le novità riguardano anche la percentuale del finanziamento agevolato che passa dal 50 per cento fisso ad una percentuale che va dal 30 al 50, a scelta dell’impresa. Presenti anche nuove tipologie di sostegno per favorire la formazione dei lavoratori e accordi di sviluppo per programmi di investimento strategici di importo pari o superiore a 10 milioni di euro e con un significativo impatto occupazionale (cosiddetto fast track)”. Davanti a queste modifiche, bisognerà verificare se ci siano gli spazi per rimettere a disposizione i fondi dell’accordo di programma e ripartire con una nuova procedura.
Rinegoziare l’accordo di programma? Con quale governo quello del PD? Signor Sindaco nel 2015 se non erro lei ne ha fatto una campagna elettorale contro il PD (oggi suoi alleati e assessori nella sua giunta) per l’accordo di programma del 2014 e per il famoso affidamento dell’illuminazione pubblica alla Gpl concordia e oggi devo sentire ancora queste prese in giro. Lei pur di arrivare al suo obiettivo e desiderio di essere eletto a sindaco ha fatto anche il patto con il diavolo. Lasci perdere fare il sindaco non è cosa sua, si metta da parte e chiede scusa alla città.