Ecco il testo della sfiducia Dem: "Fallimento dell'uomo della provvidenza Siciliano"
Gela. La terza sfiducia al sindaco Domenico Messinese, sempre che vada in porto, è ormai un incastro politico. Se i diciotto del fronte pro-sfiducia stanno strigendo per chiudere con le firme entro il...

Gela. La terza sfiducia al sindaco Domenico Messinese, sempre che vada in porto, è ormai un incastro politico. Se i diciotto del fronte pro-sfiducia stanno strigendo per chiudere con le firme entro il prossimo 10 agosto (con un testo già definito e un patto del “cerchio” che dovrebbe reggere), i dem hanno inoltrato la loro mozione. Una bozza trasmessa a tutti i consiglieri. I dem l’avevano preanunciata e ora hanno concretizzato una mozione che per loro va portata in aula. Carmelo Orlando, Guido Siragusa e Romina Morselli (con il sostegno del presidente dell’assise civica Alessandra Ascia) non risparmiano l’affondo contro i grillini che tre anni fa hanno portato il sindaco Domenico Messinese in municipio. Quindici pagine, fatte soprattutto di contenuti politici. Per i dem, il sistema amministrativo messo su dal sindaco Domenico Messinese altro non è che “mercimonio politico”.
“Fallimento cinquestelle”. “Questa grave ed irreversibile crisi politica comunale – si legge nel testo – è generata a seguito del fallimento del progetto del Movimento cinque stelle”. Un affronto politico aperto ai grillini, che invece stanno condividendo il percorso dei diciotto della sfiducia. “Le disastrose condizioni in cui versa la città, con un sistema di raccolta rifiuti fuori controllo e incapace di soddisfare le esigenze dei cittadini – scrivono i dem – una totale incuria del verde e degli spazi pubblici, una fallimentare gestione di tutti gli strumenti messi a disposizione dal governo nazionale e regionale, una fallimentare gestione della “Vertenza Gela” (faticosamente costruita dal consiglio comunale nel 2016), un disprezzo assoluto delle regole contabili che probabilmente porteranno questa città a conoscere il primo default della sua storia”. Il sindaco, stando alla bozza targata Pd, avrebbe smentito quanto promesso in campagna elettorale. “Totalmente disatteso il programma di Messinese e del Movimento cinque stelle, prova di quanto abbia inciso nella scelta dell’elettore la sistematica bugia, ma soprattutto elemento inconfutabile del fallimento del Movimento cinque stelle e del suo candidato. Di queste promesse rimangono a carico dei cittadini gli oltre 11.000.000 di euro di debiti con la Tekra ed una città sporca e piena di cumuli di spazzatura”.
I dem scrivono di “attentato alla funzione del consigio comunale”, messo sistematicamente da parte nelle scelte cruciali. Così, si sono susseguite ordinanze del sindaco e incarichi ad interim asegnati ai dirigenti dell’ente. Contestata su ogni fronte anche la linea strategica del vicesindaco Simone Siciliano.
“Sindaco incapace”. “Sul fronte del risanamento ambientale si è persa traccia di qualsiasi confronto con l’Eni e il Ministero dell’Ambiente, infatti rimangono irrisolte tutte le questioni legate al piano di bonifica della piana di Gela e delle aree interne al perimetro della raffineria. Grave responsabilità ha il sindaco per non avere voluto un confronto con il consiglio comunale e le parti sociali e produttive della città, affidandosi completamente agli uffici del suo assessore Simone Siciliano, che con atteggiamento arrogante ha dimostrato totale inadeguatezza nel portare risultati postivi. E’ un tema, questo, di cui si è reso protagonista il solo assessore Siciliano, senza alcun coinvolgimento del consiglio. Assistiamo ogni giorno alle apparizioni televisive e pubbliche dell’uomo della provvidenza, senza ancora aver possibilità di scorgere un sia pur minimo risultato di quanto sbandierato ai quattro venti. La città langue e ogni giorno assistiamo alla chiusura di importanti negozi del centro storico, segnale tangibile di una crisi economica senza precedenti a fronte della quale non basta certamente la sola fisiognomica televisiva dell’assessore di turno”. I consiglieri del Pd sparano a zero anche contro l’”intolleranza” del sindaco al dialogo e considerano gravi le parole proinuinciate da Messinese e dal suo vice, all’indomani dell’attentato incendiario che ha distrutto la vettura di Siciliano. “L’incapacità di questo sindaco di creare e migliorare le risorse disponibili è una costante, ma anzi è da premiare la sua capacità di creare controversie interne e forti contrasti tra funzionari e con i funzionari – scrivono – purtroppo parrebbe che il sindaco Domenico Messinese non abbia realmente capito che cosa significa fare il sindaco! Invece in maniera opposta non ha perso occasione di attaccare il consiglio comunale, peraltro in una vicenda poco felice che tocca la città ed ogni suo singolo cittadino, infatti a seguito dell’attentato incendiario ai danni dell’auto del vicesindaco Simone Siciliano con la dichiarazione “non conosciamo gli esecutori di quel gesto ma di certo i mandanti morali. Li abbiamo davanti ogni giorno”. Da non commentare. Lo commenta però il signor Siciliano, giustificando i toni del sindaco con un semplice “tutti sanno che il sindaco è dai modi nudi e crudi”. Tre anni fa, i dem hanno subito una pesante sconfitta, quando Messinese era l’archetipo di un cambiamento che non si è visto. Sanno che in campagna elettorale non si faranno sconti e così nella loro mozione lanciano messaggi politici a tutti, a cominciare dai grillini (che potrebbero essere di nuovo i veri rivali nel dopo Messinese). Il testo della mozione dem, però, difficilmente potrà essere accettata e condivisa proprio dai gillini. I democratici si portano avanti e la sfiducia sarà un incastro, che rischia di trasformarsi nel terza “disastro” politico, qualora non si trovi un punto d’incotro tra consiglieri. Nella mail trasmessa a tutti i consiglieri comunali, i dem scrivono ancora che “ribadiamo la nostra disponibilità a valutare altri testi o a modificare questa bozza, comunque siamo convinti della necessità che venga presentata un’unica mozione di sfiducia, quanto più condivisa possibile al fine di evitare spiacevoli inconvenienti. Per il gruppo del Pd rimane ferma l’intenzione di sottoscrive e votare una mozione di sfiducia in tempi certi e contigentati”.