Gela. “Mettersi il bavaglio e votare è uno schema che non esiste. C’è qualcosa che non va e il sindaco, da capo politico, deve immediatamente convocare gli stati generali della maggioranza”. L’allarme lo fa scattare il vicesindaco Terenziano Di Stefano, uno dei pilastri del progetto “civico” che ha vinto le elezioni. Ieri, l’alleanza “arcobaleno” ha incassato un colpo che poteva rivelarsi fatale. I pro-Greco sono andati in crisi, di quelle nere. Solo undici consiglieri al momento del voto finale, “salvati” dai cinque esponenti di opposizione, che pur contestando il fondamento stesso della proroga del contratto di servizio della Ghelas, sono rimasti in aula, garantendo il numero legale. “Ora, si deve fare subito chiarezza – continua Di Stefano – anzitutto, bisogna capire perché mancavano cinque consiglieri di maggioranza. Solo chi ha votato, ha dimostrato senso di responsabilità. Dobbiamo capire come andare avanti, condivido l’invito arrivato da altri partiti sul programma. Ieri, c’è stata una tempesta. Servono linee programmatiche”. Per Di Stefano, però, il tracollo politico di ieri sera ha ragioni ancora più profonde. “Non si può arrivare all’ultimo momento con un atto così delicato – spiega ancora – era una delibera solo gestionale e, al massimo, la giunta avrebbe dovuto dare un indirizzo politico. Se non fosse stato per me e per qualche altro assessore, probabilmente questo atto non si sarebbe sbloccato. I dirigenti non possono pensare di scrollarsi di dosso le responsabilità, scaricandole sul consiglio. Non funziona così”. I consiglieri di “Una Buona Idea”, il gruppo politico di riferimento del vicesindaco, sono stati tra i più critici, anche in aula. Il capogruppo Davide Sincero ha risposto a muso duro al sindaco che ha apertamente parlato di “strumentalizzazioni politiche” e criticato aspramente l’approccio della sua stessa maggioranza. Sincero ha chiesto “rispetto per il consiglio”.
Di Stefano e i suoi si vedranno in giornata, ma la condizione politica è già piuttosto chiara. Greco deve convocare tutti e dare indicazioni precise. “Andare tutti a casa? Per noi, non è un problema – conclude Di Stefano – nessun consigliere può essere chiamato a votare atti a scatola chiusa. Ci sono delle defaillance, in primis da parte dei dirigenti”. Il cuore politico dell’alleanza chiede un esame di coscienza e Greco non sembra avere molte altre alternative.
Solo il sindaco non ha capito che di Stefano e il PD di Speziale hanno fatto l’inter gruppo per metterlo sotto scopa.