Gela. Passa la proroga del contratto di servizio della Ghelas, ma la maxi maggioranza del sindaco Lucio Greco si è improvvisamente dissolta. Solo undici “arcobaleno” sono rimasti in aula, salvati dai cinque astenuti di opposizione (Virginia Farruggia, Paola Giudice, Giuseppe Spata, Emanuele Alabiso e Sandra Bennici) e dal voto contrario del capogruppo di “Avanti Gela” Salvatore Scerra. Solo in questo modo, è stato possibile mantenere il numero legale. Pare che siano stati il sindaco e il presidente del consiglio Salvatore Sammito a chiedere “un atto di responsabilità” agli avversari politici. Il drappello di opposizione, come hanno spiegato i consiglieri dopo un lungo stop della seduta, è rimasto in aula solo per “i lavoratori” dell’azienda, che senza proroga rischiavano il posto. Non hanno condiviso nulla delle scelte politiche e amministrative della giunta e dei dirigenti. Per la prima volta, almeno in aula, gli “arcobaleno” sono andati allo scontro con il sindaco. L’avvocato si è scagliato contro le “strumentalizzazioni”, ritenendo che sull’atto qualcuno dei suoi volesse fargli lo sgambetto a tutti i costi. “O si ha il coraggio di votare l’atto oppure andiamo tutti a casa”, ha sbottato l’avvocato. I suoi, però, l’affronto politico non se lo aspettavano e le prime linee sono andate all’attacco del loro stesso sindaco. Uno scontro duro, con il capogruppo di “Una Buona Idea” Davide Sincero (riferimento politico del vicesindaco Terenziano Di Stefano), che rivolgendosi direttamente a Greco e al presidente dell’assise civica Salvatore Sammito ha chiesto “rispetto per il consiglio”. Le parole dell’avvocato hanno acceso il fuoco di alleati, che fino ad oggi lo hanno atteso al varco. Il capogruppo di Forza Italia Luigi Di Dio, Valeria Caci e la dem Alessandra Ascia hanno chiaramente fatto capire che quelle frasi aprono un precedente politico molto pericoloso per la stabilità della maggioranza, nonostante i tanti vertici chiarificatori, che in realtà sembrano essere serviti a ben poco. Neanche fedelissimi come i consiglieri di “Un’Altra Gela” Giuseppe Morselli e Romina Morselli si attendevano la sfuriata del sindaco, in una fase comunque non semplice per quella che si è presentata come una maxi maggioranza, ma che questa sera ha mostrato profonde crepe. E’ stata necessaria una lunga sospensione, prima di rientrare per il voto finale.
La burocrazia comunale ha confermato la legittimità della proroga, contestata invece dall’intero consiglio comunale. Sembra che durante la pausa forzata, nel corso di un improvvisato vertice di maggioranza, i toni siano trascesi, coinvolgendo i consiglieri Vincenzo Cascino, dell’area Musumeci, e Luigi Di Dio, di Forza Italia. Forse, lunghi momenti di forte tensione, poi superati. All’appello, mancavano cinque consiglieri di maggioranza (Gaetano Orlando, Pierpaolo Grisanti, Rosario Trainito, Carlo Romano e Vincenzo Casciana). Poltrone vuote che hanno ancor di più esacerbato gli animi. L’alleanza “arcobaleno”, questa sera, l’hanno salvata quelli dell’opposizione.
Niente di importante, solo nuvole all’orizzonte. La maggioranza e l’opposizione si scambiano i ruoli solo momentaneamente ma la grande ammucchiata contro Messinese regge ancora. State tranquilli, non succede nulla.
Dal mio personale punto di vista: la politica, tanto di maggioranza che di minoranza, debbono votare con un si o con un no. (Il voto ni: è solo sfrenato tatticismo.) Guardando bene la storia, ci
accorgiamo che il voto ni: ha solo portato alle non scelte o a scelte oltre che sbagliate anche fuori tempo massimo. Maggioranza e opposizione, hanno il diritto ed il dovere di discuterne ma poi si deve scegliere, naturalmente nell’interesse della collettività. Tanti diranno: la politica è questa! Vero, ma anche la situazione negativa che vivono i cittadini è questa. L’attuale situazione, è determinata da diversi fattori, ma soprattutto dal fattore specificato.
Ho lasciato, il commento ma non l’ho vedo pubblicato, perche?