Gela. Anche i pm della procura locale hanno deciso di approfondire le cause del decesso di uno dei dipendenti Eni, morto negli scorsi giorni. Verrà effettuata l’autopsia sul corpo del trentaseienne Filippo Russello. L’operatore della multinazionale, appena ritornato dall’Iraq dove prestava servizio, è stato stroncato da un malore, mentre era in sella alla sua bicicletta da corsa, lungo la Gela-Licata. Inizialmente, gli investigatori avevano archiviato il caso, ritenendo che fatale fosse stato il malore. Una denuncia sporta dai familiari, però, farà riaprirà la vicenda. Nelle scorse ore, una scelta analoga l’hanno fatta i pm della procura di Palermo, a seguito del decesso di un altro dipendente Eni, a sua volta impegnato in un campo in Iraq. Il quarantacinquenne Gianfranco Di Natale è morto all’Ismett, ma anche in questo caso sono stati i familiari a chiedere verifiche, allarmati da quanto sarebbe accaduto anche ad altri colleghi. “Voglio conoscere la verità, sapere perché mio marito è morto – dice Rosaria Greco moglie di Russello – capire com’è possibile che un uomo di trentasei anni, sano e pieno di vita, che faceva palestra, ballo, ciclismo, visitato da tanti medici prima di ottenere il nulla osta per andare a lavorare all’estero possa esser deceduto in un istante”.
Sono iniziati accertamenti, confermati dal procuratore capo Fernando Asaro. “Indaghiamo contro ignoti, su richiesta della famiglia – dice – per capire se ci sono responsabilità di terzi”. Almeno altri due operatori Eni, sempre impegnati in Iraq, starebbero sostenendo accertamenti, dopo aver riscontrato anomalie. Un operatore, pare di nazionalità pakistana, sia a sua volta deceduto.