Gela. Il rendiconto 2018 lascia profondi solchi politici, almeno nel confronto, sempre più aspro, tra maggioranza e opposizione. L’atto finanziario è stato approvato ieri sera dalla maggioranza del sindaco Lucio Greco, con il drappello di opposizione, che per protesta ha lasciato l’aula. Nelle ultime ore, sono volate accuse pesanti e addirittura i pro-Greco, reduci da un periodo di malcelati turbamenti interni, sono riusciti a trovare una sorta di concordia politica, bisognerà capire se solo momentanea. Intanto, hanno diramato una nota comune. “Stiamo assistendo ad un continuo attacco, inverosimile, da parte dell’opposizione, rimanendo peraltro molto perplessi. Per essere chiari, i colleghi dell’opposizione hanno partecipato alla seduta, ma quando bisognava votare e assumersi una responsabilità importante nei confronti della città – dicono i pro-Greco – hanno deciso di uscire, come avrebbe fatto la vecchia politica, dove per “vecchia” intendiamo la peggiore. Questo comportamento dimostra come molti di loro trovino la giusta dimensione e il campo di azione politico solo nel cercare una più ampia esposizione mediatica, ma quando si tratta di confrontarsi su temi importanti decidono di fuggire puntualmente perché incapaci di affrontare o centrare l’argomento”.
Dalla maggioranza, quindi, arriva un netto dissenso rispetto alle scelte dei rivali. “Ieri sera abbiamo assistito ad un comportamento imbarazzante, con la messa in campo di una strategia puerile, organizzata e ordita da tempo. Mentre gli strateghi studiavano “la strategia” per uscire dall’aula ed eventualmente fare cadere il numero legale – continuano – noi siamo arrivati in aula preparati e quindi consapevoli dei temi che sarebbero stati esposti. La maggioranza ha deciso di assumersi tutta la responsabilità di un atto che di certo non appartiene all’operato di questa giunta, ma che è propedeutico per ottenere i trasferimenti da parte dello Stato. Da persone responsabili, la nostra posizione sarà quella che è sempre stata, cioè che davanti a coloro che esercitano la forza del vittimismo, noi eserciteremo la forza della ragione, cioè quella del bene della città e dei cittadini”. Neanche i consiglieri della minoranza si sono tirati indietro e l’esponente dell’Udc Salvatore Incardona ha parlato di un’alleanza di governo che agisce secondo il metodo del “cchi mi tocca?”, votando in base ad un mero tornaconto personale. I consiglieri del sindaco Greco sono pronti anche alle vie legali. “Invitiamo il consigliere che si permette di etichettare il nostro operato, come mosso dal principio “a mmia cchi mi tocca?”, a ritrattare immediatamente altrimenti vedremo di valutare eventuali querele – concludono – non permettiamo a nessuno di rilasciare certe dichiarazioni, che non ci appartengono e che sono lesive della nostra dignità. Bisogna che capiscano che la politica non è un arroccamento, la politica è confronto. Un nuovo modo di far politica in città è possibile e in virtù di questo esortiamo chiunque a pesare dichiarazioni fatte con estrema leggerezza” .
Quando un consigliere è il rappresentante di parte di elettorato ha il dovere di partecipare al Consiglio e poi anche se non condivide il voto della maggioranza, ha la possibilità di non fare il codardo e intervenire con le giuste considerazione e non scappare e prendersi il gettone di presenza.
Consigliere incardona # pi’ lei chi c’è#
Mi chiedo: chi impedisce alla minoranza di votare, anche con un no o con un voto contrario? Il tatticismo potrebbe anche andar bene, ma alla fine si sceglie: d’accordo= si, in disaccordo= no.