Gela. Non è la vera svolta politica cercata dalla maggioranza, dato che i dubbi sulle ultime scelte del sindaco Lucio Greco hanno aperto un varco nel bunker degli “arcobaleno”, però l’approvazione di ieri sera del rendiconto 2018 potrebbe rilanciare i rapporti tra l’avvocato e i più scettici. Appoggiando l’atto finanziario (quattordici sì su quattordici presenti tra i banchi dell’alleanza), anche il fronte critico ha notificato una “missiva” politica a Greco, vogliono probabilmente riaprire il tavolo del confronto, bruscamente saltato con la nomina di Francesco Trainito alla guida della Ghelas e lo stop alle nomine in giunta. Greco, forse, uno spiraglio lo apre. “Altro che attaccamento alle poltrone – dice l’avvocato – la maggioranza che mi sostiene, votando il rendiconto, ha dimostrato invece un vero e proprio attaccamento alla città”. Poi, si rivolge ai suoi. “Nella qualità di sindaco, voglio ringraziare tutti i consiglieri del mio schieramento che, in modo compatto, hanno dimostrato, con i fatti e non a parole, alto senso di responsabilità e grande sensibilità – conclude – verso gli interessi della città. Ciò, sono sicuro, darà più forza alla mia azione amministrativa”. Nel dopo-rendinconto, con l’opposizione messa alle strette, tocca a Greco capire se tensioni e “correnti” possano trovare tacitazione politica.
Il sindaco, sicuramente, può mettere in conto il supporto di alcuni “fedelissimi”, tra questi il consigliere Romina Morselli e il gruppo di “Un’Altra Gela”. Il vicepresidente della commissione bilancio, anche dopo la seduta di ieri sera, torna a contestare l’opposizione, che ha scelto di lasciare l’aula per protesta. Quelli della minoranza hanno ritenuto non più accettabile la tendenza accentratrice dei pro-Greco. “Quello di ieri sera, non era un approccio politico che potesse servire a valutare il rendiconto – dice Morselli anche in rappresentanza del gruppo di “Un’Altra Gela” – probabilmente, l’opposizione non ha ben focalizzato il tema del quale si discuteva. C’è stato solo un intervento politico del consigliere Scerra, seguito poi da richieste su Ghelas, che nulla avevano a che fare con il rendiconto. Hanno fatto solo da meri spettatori, compresi i due componenti della commissione bilancio, che insieme a me e agli altri consiglieri che ne fanno parte, hanno avuto modo di valutare i contenuti dell’atto. Siamo stati noi della maggioranza a fare da sprone e a chiedere chiarimenti sull’atto. Abbiamo toccato tutti i punti delicati, cosa che sarebbe spettato a loro. Si sono limitati a fare populismo. Si prendano le proprie responsabilità, piuttosto che lasciare l’aula. Non accetto l’infantile arroganza di certi consiglieri. Hanno cavalcato l’onda e nessuno si è mai permesso di ritenere inutili i loro interventi”. “Troviamo assolutamente anomalo il comportamento ripetuto di chi invece di fare prevalere le proprie ragioni in aula, nel luogo deputato, preferisce sempre e comunque cercare visibilità senza confronto dialettico sui social o sui quotidiani – dicono i consiglieri Giuseppe Morselli, Pierpaolo Grisanti e Rosario Trainito – avevano l’opportunità di replicare ma hanno preferito, come accade puntualmente e in modo codardo nelle occasioni importanti, uscire dall’aula al solo fine di fare decadere il numero legale su un atto che è vitale per l’ente Comune e non già per la maggioranza. Questo per loro si chiama tatticismo politico, noi lo definiamo “becero opportunismo”.