Gela. Si indaga su un presunto caso di “favoritismo” sulla mobilità del personale infermieristico dell’ospedale. I riflettori sono puntati contro la moglie (R. S. le sue iniziali) di un dirigente (A. E. le sue iniziali) dell’ufficio infermieristico del presidio ospedaliero “Vittorio Emanuele”.
La donna, collaboratrice infermieristica, grazie ad una delibera (del 23 gennaio) del management dell’Asp retto dal direttore generale, Paolo Salvatore Cantaro, è potuta rientrare in città prendendo “servizio a tempo indeterminato presso il presidio ospedaliero per mobilità con interscambio” ma non nel reparto designato.
Invece che operare presso il Pronto soccorso, che con lo scambio in questione ha perso una unità infermieristica, sarebbe andata direttamente al Poliambulatorio dove, invece, si registrerebbe un esubero di personale.
La vicenda ha creato scalpore e malumore tra gli infermieri, costretti, secondo voci di corsia, a coprire le carenze di personale spostandosi da un reparto all’altro.
Il coordinatore amministrativo, Antonino Iozzia, ha chiesto lumi sulle modalità del trasferimento in città della donna proveniente dall’ospedale agrigentino. Intanto, ieri, uno dei tre infermieri della Sala operatoria è stato costretto a spostarsi al pronto soccorso per una emergenza.
Quest’ultima unità operativa nel frattempo accusa la mancanza di cinque infermieri. Invece delle complessive venti unità (19 più un capo sala) l’organico si è ridotto a 14 unità. Due sono stati trasferiti nel reparto di Malattie infettive, altrettanti sono assenti ed uno a seguito di una grave patologia potrebbe non rientrare a lavoro.