Gela. A conclusione dei lavori della commissione tecnica, chiamata a valutare lo stato di un servizio idrico che stenta a garantire standard accettabili, non mancano le conseguenze, in parte anche “politiche”. I disservizi non li nega nessuno, a cominciare dal presidente Rosalba Panvini, che oltre ad essere commissario della Provincia di Caltanissetta, svolge lo stesso ruolo all’Ato Cl6. I primi distinguo, però, si materializzano quando c’è da parlare di inadempienze contrattuali, che teoricamente potrebbero giustificare la risoluzione del contratto. Il sindaco Lucio Greco, come emerge anche dagli atti, non ha avuto dubbi nel sostenere che Caltaqua abbia violato, per diversi aspetti, pure la convenzione. Ha passato in rassegna diversi capitoli di una gestione ritenuta del tutto inadeguata. Dalla crisi idrica che lo scorso agosto ha lasciato a secco praticamente l’intera città alla relativa denuncia formalizzata in procura. Il sindaco, convinto che il contratto vada risolto, anche prima della chiusura dei lavori della commissione ha messo sul piatto ulteriori aspetti. Non ha trascurato la qualità dell’acqua erogata, spesso torbida al punto da costringere ad ordinanze d’urgenza per vietarne l’uso a fini alimentari, ma anche il sistema di depurazione, in questo caso citando almeno due casi di infrazione. Durante il confronto con gli altri componenti della commissione, ha ripreso l’inchiesta giudiziaria sul depuratore di Macchitella, il cui malfunzionamento in passato ha portato a processo manager e tecnici di Caltaqua. Secondo l’avvocato, le falle sarebbero irreparabili e il rapporto con la società italo-spagnola va interrotto. Da quanto riportato nel verbale di riunione, non sarebbe mai stato rispettato il principio dell’erogazione continua, H24 (che doveva essere raggiunto già dal 2011), e anche lo stato di avanzamento dei lavori di adeguamento e degli investimenti sarebbe non in linea con la programmazione. I manager dell’azienda, come indicato nelle controdeduzioni che il presidente Panvini ha deciso di leggere per intero nonostante ci siano state diverse resistenze, hanno invece presentato una serie di numeri. Ammonterebbe a circa 40 milioni di euro il programma infrastrutturale di interventi programmati.
Antonio Surace del Forum dei movimenti per l’acqua pubblica e Lorenzo Petix, rappresentante sindacale Usi, hanno messo in dubbio dati e investimenti indicati da Caltaqua, ma soprattutto ritengono che il servizio non sia adeguato ai parametri della convenzione. Costi elevati della tariffa, a fronte di cittadini che nell’intero territorio provinciale si trovano a fare i conti con disservizi costanti. Surace spiega inoltre che troppe incongruenze emergerebbero dai bilanci di Caltaqua e ha posto l’attenzione sul rispetto della convenzione. Il presidente Panvini, quasi volendo rispondere a chi ritiene che la sua posizione sia troppo filo-Caltaqua, spiega ufficialmente che “la volontà di chiedere le controdeduzioni al gestore a seguito delle relazioni dei disservizi e inadempienze evidenziate dai nove comuni, è scaturita unicamente dalla necessità di garantire la correttezza del procedimento amministrativo. Nell’ambito dei miei doveri d’ufficio, provvederò a contestare al gestore i disservizi rilevati con l’obiettivo di porre fine alle criticità rilevate”. Il commissario ha comunque voluto precisare che i disservizi sono emersi nelle relazioni fatte pervenire alla commissione solo da nove comuni della provincia. Al termine dei lavori della commissione, pare che anche i sindacati, quelli che non hanno partecipato alle attività, siano intenzionati a nuove iniziative, ritenendo che il rapporto con Caltaqua vada interrotto per evidenti inadempienze. Ora, anche la politica entrerà in campo, compresa quella che con Caltaqua ha spesso accontentato una parte del bacino elettorale. La Regione dovrà pronunciarsi, a partire dal verbale (non una relazione completa) trasmesso a Palermo.
Come si è visto ieri sera nel trasmissione di Mediaset su Rete Quattro siamo saliti come altri Comuni agli oneri Nazionali.per qualità quantità e caro prezzo della cosi detta acqua che ci rifilano nelle nostre case.Caltacqua ha poco da dimostrare che è tutto normale è sotto controllo,che crede che siamo cittadini Scemi che non capiamo cosa ci rifilano nei nostri rubinetti,si sono fatti i conti sbagliati ed adesso sosterremo il Signor Sindaco nella vertenza intrapresa con la speranza che il servizio ritorni ad essere pubblico. Certamente non staremo più peggio di come siamo stati trattati fino ad adesso.
Cosi si legge nell’articolo publicato:” Il presidente Panvini, quasi volendo rispondere a chi ritiene che la sua posizione sia troppo filo-Caltaqua, spiega ufficialmente che “la volontà di chiedere le controdeduzioni al gestore a seguito delle relazioni dei disservizi e inadempienze evidenziate dai nove comuni, è scaturita unicamente dalla necessità di garantire la correttezza del procedimento amministrativo. Nell’ambito dei miei doveri d’ufficio, provvederò a contestare al gestore i disservizi rilevati con l’obiettivo di porre fine alle criticità rilevate””.IO AGGIUNGO CHE IL PRESIDENTE PANVINI FACCIO QUELLO CHE MEGLIO CREDE PER I SUOI DOVERI DI UFFICIO,MA NOI CITTADINI APPOGGIAMO LA DECISIONE DEL SIGNOR DI GELA AFFINCHE’ RESCINDA IL CONTRATTO CON L’ATTUALE GESTIONE, PERCHE COSTI QUALITA’ E DISAGGI SONO STATI E SONO ALL’ORDINE DEL GIORENO