Gela. Circa 115 mila euro, tutti in contanti, vennero scoperti dai carabinieri e dai finanzieri, nel corso di controlli che risalgono ad un anno fa. I soldi erano all’interno di un’abitazione, nella disponibilità di un nucleo familiare. Inizialmente, furono sequestrati. Il sospetto era che fossero frutto di evasione fiscale e tra le contestazioni non veniva esclusa la ricettazione. Quelle accuse, però, sono del tutto cadute e l’indagine è stata archiviata. Subito dopo il sequestro delle somme, i legali dei coniugi (proprietari dell’immobile e del denaro) ottennero la revoca del provvedimento, rivolgendosi ai giudici del riesame. Gli avvocati Salvo Macrì e Rosario Prudenti, attraverso una consulenza, dimostrarono la provenienza lecita del denaro, che serviva a coprire anche le spese dei fornitori dell’attività commerciale, intestata alla famiglia.
Ai soldi, gli investigatori arrivarono nei giorni successivi agli attentati incendiari dello scorso anno, che colpirono tre diversi esercizi della città. I controlli, in quel periodo, vennero rafforzati. I soldi, però, non arrivavano da attività illecite.