Gela. Il sistema di vendita della concessionaria “Lucauto” è al centro del dibattimento avviato nei confronti degli imprenditori del gruppo, di recente coinvolti nell’inchiesta “Camaleonte”. Il giudice Marica Marino, invece, è chiamata a valutare contestazioni che risalgono ad alcuni anni fa. Secondo gli investigatori, gli imprenditori della famiglia Luca avrebbero concesso forme di finanziamento ritenute illecite, anche a clienti che non ne avrebbero potuto usufruire. Viene contestato il reato di esercizio abusivo dell’attività finanziaria. Furono i militari della guardia di finanza ad avviare le verifiche, arrivando ad individuare più di novecento assegni postdatati. In aula, sono stati ascoltati, in qualità di testimoni, alcuni clienti della concessionaria. Il pm Eugenia Belmonte ha chiesto delucidazioni sul sistema di pagamento. La gran parte di loro versarono un primo anticipo, per poi completare attraverso assegni postdatati, da coprire mensilmente. Le versioni rese non sono state del tutto univoche. C’è chi ha acquistato anche potenti Porsche. Secondo gli investigatori, Salvatore Luca e il figlio Rocco Luca sarebbero stati sempre al corrente della gestione dei clienti. Non escludono che nel caso di pagamenti dilazionati nel tempo, chiedessero oneri ulteriori. Una ricostruzione respinta dai legali che difendono gli imprenditori del gruppo, gli avvocati Flavio Sinatra e Antonio Gagliano.
Sono in totale quattro gli imputati. Nel corso dell’indagine, sarebbero inoltre emersi contratti con riferimenti ritenuti non veritieri. Uno dei clienti ha confermato che a distanza di due anni dall’acquisto della propria auto, venne a scoprire che il passaggio di proprietà non era ancora stato formalizzato. Anomalie che per gli inquirenti andrebbero a confermare i sospetti sul sistema dei pagamenti ideato dagli imprenditori. Altri clienti verranno sentiti alla prossima udienza.