Operatrici senza stipendi, ok all’accordo: “Fanno impresa con i soldi del Comune”

 
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Gela. Almeno le mensilità di gennaio e febbraio dovrebbero essere pagate entro le prossime ore. E’ stato concluso, infatti, un accordo sul caso delle tante operatrici sociali, in servizio

per conto del comune, che negli ultimi giorni hanno protestato davanti ai ritardi nel versamento delle loro retribuzioni.
I sindacalisti di Cgil e Cisl Ignazio Giudice e Salvatore Russello, insieme al sindaco Angelo Fasulo, al presidente del consiglio Giuseppe Fava e all’assessore Ugo Costa, hanno raggiunto l’intesa. Un mandato di pagamento da circa cinquantaseimila euro è già stato autorizzato in favore delle cooperative sociali interessate. Per quanto riguarda, invece, le mensilità ulteriori, gli amministratori comunali non escludono di poterle coprire con gli introiti incassati dai versamenti d’imposte come tarsu o imu.
Nonostante ciò, rimane il punto interrogativo sugli appalti esterni concessi da Palazzo di Città a diverse cooperative sociali, compresa Progetto Vita che si occupa anche dei servizi di assistenza ad anziani e inabili. Perché non si paga mai rispettando i criteri di legge?
La questione era già stata sollevata dal sindacalista Ignazio Giudice. “Bisogna fare luce – dice – sull’intero sistema degli appalti esterni. Non possono andarci di mezzo sempre i lavoratori”.
Un duro monito, adesso, arriva dal consigliere Udc Guido Siragusa. “Bello fare gli imprenditori con i soldi pubblici del Comune – dice – è questa l’imprenditoria che dovrebbe assicurare servizi primari alla collettività? Visto che ci sono ritardi fisiologici legati ai trasferimenti di fondi, perché gli imprenditori non anticipano le somme necessarie? Invece, la strategia è chiara. Bussare alle porte del municipio”.
Sotto questo profilo, Siragusa lancia un appello. “La politica non può strumentalizzare proteste basate sulla disperazione della gente che vive di un umile stipendio. Adesso, invito tutti a ragionare sul diritto di queste lavoratrici ad ottenere gli interessi legali relativi ai ritardi nei versamenti delle mensilità. I pagamenti non sono dei piaceri politici ma dei diritti dei lavoratori. A questo punto, presenterò un’interrogazione ogni mese per chiedere lumi sullo stato dei pagamenti a queste operatrici. Sono disposto a coprire le spese legali che affronteranno qualora scegliessero di adire le vie giudiziarie”.
Insomma, la protesta di queste operatici sembra poter compattare due fronti non sempre così coesi, politica e sindacato. Purché, ovviamente, non siano solo intenti elettoralistici.

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