Gela. “L’incontro di ieri nella stanza del sindaco ha fatto registrare una sostanziale sfiducia della cooperativa nei confronti dell’amministrazione comunale e dei suoi uffici di ragioneria per via del fatto che spesso in questo frangente di scarsa liquidità si dicono delle cose e non si garantiscono”.
A dirlo è Giovanni Ferro sindacalista della Cgil che sta seguendo la vertenza della lavoratrici della cooperativa Progetto Vita che da cinque mesi attendono il pagamento degli stipendi arretrati. “Temiamo che se non si garantiscono percorsi di rientro dall’eccessiva esposizione delle cooperative che operano a Gela si possono interrompere i servizi che la legge non classifica essenziali.
Chiediamo alla parte politica di sostenere i servizi sociali a Gela soprattutto quelli che funzionano e che hanno una storia come l’assistenza agli anziani e disabili. Al sindaco, inoltre, chiediamo di far decollare il piano di zona numero 9 che aggiungerebbe altra assistenza a quella già in corso nei quattro comuni di Gela, Niscemi, Mazzarino e Butera. La legge 328 finanzia i piani di zona consente il pagamento delle fatture con fondi regionali che sono più rapidi di quelli comunali ad essere erogati. Questo è un ritardo grave e denota miopia nel non utilizzare fondi disponibili dalla legge”.