Gela. Quelli dell’alleanza del sindaco, che hanno fatto blocco anche nel corso del dibattito di questa sera sul futuro di Ghelas, erano quasi certi che Greco arrivasse in aula con una carta a sorpresa da giocarsi. Così, è stato. L’avvocato ha reso pubblico un progetto sul quale la sua amministrazione sta lavorando, trasferire l’intera gestione del servizio rifiuti ad una società partecipata, pubblico-privata, composta da Ghelas ed Eni. “La parte pubblica rimarrà al 51 per cento, mentre Eni sarà al 49 per cento – ha detto – è un progetto ambizioso. Ritengo che il sistema rifiuti debba cambiare radicalmente. Senza una svolta, sono pronto anche a dimettermi. La città deve ritornare come la Macchitella degli anni ’70 o ‘80”. Probabilmente, il sindaco ne aveva già dato comunicazione ai suoi nel corso del prevertice, che ha anticipato la seduta di consiglio. “Sia chiaro – ha proseguito – su Ghelas, non devo coprire nessuno. Non ho alcun imbarazzo sull’assessore Grazia Robilatte, che in questa fase ha solo un legame familiare con l’ex manager Giuseppe Robilatte. Chiederò un parere pro veritate e se ce ne saranno le condizioni agirò contro gli ex amministratori della Ghelas, senza fare sconti a nessuno. Il bilancio disallineato non era approvabile”. Il sindaco ha voluto allontanare le ombre di possibili interessi politici dietro il caso e la maggioranza gli è andata dietro, senza distinguo. In questa fase, l’assessore Robilatte, che non era in aula, sembra aver incassato la fiducia dei suoi alleati e dello stesso Greco. Dai banchi di opposizione, però, le voci sono state nette. “Ghelas è sempre stata la mangiugghia della politica locale – ha detto il capogruppo di “Avanti Gela” Salvatore Scerra – la politica ha disintegrato questa società. Credo, che la situazione sia ancora più grave di quella legata al servizio rifiuti, gestito da Tekra”. L’opposizione, come era immaginabile, ha fatto fronte comune. Tutti i consiglieri del drappello, nessuno escluso, hanno parlato di “mala gestio”, riferendosi ai manager del passato e nell’addio anticipato dell’avvocato vittoriese Gianfranco Fidone vedono ragioni strettamente politiche. Sia Salvatore Incardona dell’Udc che Gabriele Pellegrino di “Avanti Gela”, hanno richiamato la nota con la quale, lo scoro giugno, Greco chiese a Fidone di valutare possibili responsabilità delle precedenti amministrazioni. Non è passata inosservata neanche la transazione tra Comune e municipalizzata, conclusa nel 2015, ma che per i consiglieri di opposizione avrebbe favorito solo il municipio. Per il dirigente Alberto Depetro, l’ente avrebbe sempre assicurato tutti i versamenti a Ghelas e ha messo in dubbio l’entità del debito, che secondo Fidone toccherebbe quasi i tre milioni di euro. “Tutti gli amministratori non hanno versato il Tfr – ha proseguito il dirigente – probabilmente, perché cercavano soluzioni differenti per tutelare gli equilibri della società”.
Una valutazione che ha prodotto la reazione del segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice, presente in aula insieme al segretario Ugl Andrea Alario e al rappresentante della Cisl Patrick Giarrizzo. “In quest’aula – ha detto – si è affermato che tutti gli amministratori della Ghelas hanno commesso un’illegalità. Una rapina con volto scoperto compiuta a mezzogiorno. Davanti agli atti illegali non c’è giustificazione”. Dai banchi della Lega sono arrivati altri strali. “Il sindaco come vuole risolvere gli imbarazzi sugli ex amministratori? – ha chiesto Giuseppe Spata – Greco è garante di questi poteri. Pd ha gestito per anni la società e continua a farlo. L’assessore Robilatte non può neanche starci in aula”. La grillina Virginia Farruggia ha parlato di “un assessore in assoluto conflitto”. Per Sandra Bennici di Fratelli d’Italia, Fidone sarebbe stato spinto a dimettersi, con il no al bilancio, “forse perché c’era bisogno di una poltrona libera”. Paola Giudice, invece, ha chiesto di fare chiarezza sulla sostenibilità finanziaria dei servizi affidati alla società. Dagli stessi banchi è arrivato un netto no al progetto, a sorpresa, del sindaco. “Eni deve pensare alle bonifiche e a risarcire la città”, ha spiegato Sandra Bennici. “Significa mettersi di nuovo sotto scacco dell’azienda”, ha proseguito Scerra. Dalla maggioranza non sono arrivati franchi tiratori, anzi. Pure quelli che sembravano poco convinti dalle scelte su Ghelas e sulla gestione del caso Robilatte, hanno invece garantito fedeltà al sindaco e alla sua linea. I consiglieri di “Un’Altra Gela” Romina Morselli, Giuseppe Morselli e Pierpaolo Grisanti, ma anche Luigi Di Dio, Rosario Faraci, Vincenzo Casciana, Vincenzo Cascino, Gaetano Orlando e Valeria Caci, si sono schierati con il sindaco Greco, bocciando l’atto di indirizzo dell’opposizione, che oltre a prevedere l’approvazione del bilancio, indicava la scelta del nuovo amministratore Ghelas, attraverso avviso pubblico. La maggioranza, invece, sta con la linea del manager di “fiducia”. “Ci vogliamo mettere la faccia, con un manager di fiducia del sindaco – hanno detto – anche il commissario straordinario ha nominato un amministratore di sua fiducia”. Insomma, Greco chiamerà una guida “amica”, anche alla Ghelas.