Gela. Il tavolo ministeriale da tenere direttamente in città, come era stato stabilito prima dell’estate, per ora slitta. La prossima settimana, è in programma un nuovo incontro romano. Qualcosa si muove, però, intorno allo stato sempre più preoccupante delle aree che corrono a ridosso della Riserva orientata Biviere. “La situazione, per certi aspetti, è drammatica”, spiega Emilio Giudice. Tonnellate di plastica date alle fiamme, rifiuti speciali abbandonati ovunque, una costa che non esiste quasi più (ridotta ai minimi termini da una continua erosione) e anche il corso del torrente Monacello viene ormai utilizzato per smaltire rifiuti speciali, dalla plastica alle sostanze usate nelle attività serricole. Negli scorsi giorni, sono arrivati i tecnici di Arpa Siracusa, impegnati in un primo monitoraggio dell’intera zona. “Hanno potuto constatare l’esigenza di portare il tavolo tecnico direttamente in città – dice Giudice – c’è una situazione di assoluta incompatibilità. Spero abbiano capito che in questa zona non va affatto tutto bene, come invece vorrebbero far credere in sede ministeriale”. In più occasioni, anche nel corso dei tavoli tecnici al Ministero dell’ambiente, Giudice ha denunciato sia l’inquinamento delle falde, causato da sostanze organiche, sia la massiccia presenza di diossina, prodotta dalle continue combustioni generate dagli incendi di rifiuti, anche tossici. Un intero ecosistema potrebbe subire danni irreparabili, in una fase nella quale è ripresa la discussione pubblica sulla presenza dei vincoli, anche urbanistici.
“Ho fatto notare che le acque del torrente Monacello – continua Giudice – dove finisce di tutto, arrivano direttamente al Biviere. Vanno applicati i piani che già esistono. E’ molto semplice. Alla Regione, c’è stato un nuovo avvicendamento alla giuda degli uffici che seguono gli iter delle bonifiche. Il precedente funzionario è stato trasferito. Ora, cosa accadrà? Si dovrà ricominciare di nuovo da zero? A questo punto, potrei chiedere l’applicazione del principio di sussidiarietà, con il ministero che potrebbe commissionare queste procedure”. Tra incendi e sversamenti illeciti, nell’area del Biviere, senza controlli, potrebbe esplodere l’ennesima bomba ambientale.