Gela. Non c’è l’hanno più fatta e, così, in poche ore, sono entrati all’interno di un appartamento del lungomare Federico II di Svevia. Ieri mattina, infatti, una coppia di giovani, insieme alla piccola figlia, ha occupato un’abitazione che, fino a qualche anno fa, era gestita dai funzionari dell’Istituto autonomo case popolari per poi autodenunciarsi.
Sul posto, sono intervenuti i carabinieri del reparto territoriale allertati dai proprietari dell’abitazione.
L’appartamento, infatti, rientra fra quelli che i funzionari comunali hanno deciso di cedere, definitivamente, agli originari titolari.
“Purtroppo – spiega il legale dei proprietari Vittorio Giardino – ci troviamo davanti ad un caso molto particolare. Noi capiamo benissimo il bisogno di queste persone e la loro disperazione. Molte responsabilità, sotto questo profilo, vanno attribuite alla burocrazia comunale. Da oltre un anno, i proprietari di quest’appartamento aspettano di apporre la loro firma sull’atto definitivo di trasferimento”.
In sostanza, al danno si aggiunge la beffa: al momento, infatti, manca la documentazione definitiva che attesti il passaggio e, di conseguenza, il trasferimento di proprietà.
“Peraltro – spiega ancora l’avvocato – non si tratta neanche della prima volta. L’abitazione era già stata occupata in passato. Le modalità sono sempre uguali”. Al disagio sociale dei giovani occupanti, quindi, si aggiunge la lentezza degli uffici di Palazzo di Città. Sconsolati i proprietari dell’abitazione che, solo poche ore prima, era passati a controllare l’appartamento senza accorgersi di nulla. I giovani occupanti, invece, hanno cercato di spiegare le loro ragioni: davanti all’estrema esigenza di un’abitazione.
Con una figlia ancora in tenera età hanno tentato la sorte, riuscendo ad entrare nell’abitazione. Adesso, però, l’intera vicenda potrebbe trasferirsi tra le aule di tribunale.
“Speriamo – conclude l’avvocato Giardino – che il buon senso prevalga su tutto. E’ una vicenda veramente spiacevole”. Da tempo, il fenomeno delle occupazioni di alloggi sfitti ha assunto dimensioni sempre più preoccupanti: a pagarne le conseguenze, comunque, sono assegnatari e famiglie in difficoltà.