Gela. “Tre o quattro settimane per il rilascio della proroga Via sulla base gas sono tempi normali per un ministero che affronta migliaia di procedimenti dello stesso tipo”. Il senatore grillino Pietro Lorefice, che ieri mattina ha avuto un colloquio telefonico con il sindaco Lucio Greco (impegnato nel tavolo insieme a manager Eni e sindacato in municipio), non condivide i toni accesi del primo cittadino. “È una corsa contro il tempo – ha detto l’avvocato al termine dell’incontro a Palazzo di Città – sarebbe una beffa se, dopo due passaggi e con la commissione di valutazione che ha già espresso il parere favorevole, dovesse saltare l’ultimo, quello definitivo”. “Non capisco dove stia lo scandalo – continua Lorefice – spero, che il ministero possa anticipare il rilascio del decreto, ma i tempi già si conoscevano. Io, invece, mi meraviglio degli oltre tre mesi impiegati dagli uffici regionali per l’emissione di due semplici pareri. Il Ministero dei beni culturali ha rilasciato il proprio nell’arco di pochi giorni. Ritengo che i ritardi siano da addebitare anche ad Eni, che sapendo della scadenza Via di fine giugno ha pensato bene di avviare la procedura per la proroga solo a fine marzo. Quella del 15 ottobre è una scadenza interna al sistema Eni. In ogni caso, i funzionari del ministero sono stati avvisati e lavorano sul decreto finale”.
L’investimento sulla base gas della multinazionale, come era prevedibile, non manca di far alzare gli argini della politica. “E’ importante, invece, e l’ho chiesto ieri al sindaco, che si preveda un tavolo di confronto, a livello locale, per valutare lo stato degli interventi di smantellamento di Eni – conclude il senatore – l’azienda ha il dovere di informare sulle procedure di decommissioning in atto. Mi riferisco alla smantellamento della centrale termoelettrica, delle caldaie, dello Snox o ancora delle trivelle del coking”.
