Gela. Non ci sono prove concrete che il colpo in una macelleria di via Paci venne messo a segno dal minore finito a processo. E’ arrivata l’assoluzione nei confronti di un giovane, accusato di aver forzato la saracinesca e la porta di ingresso dell’attività commerciale, rubando il registratore di cassa, la somma di quattrocento euro e un blocchetto di assegni. E’ stata la difesa, sostenuta dall’avvocato Giuseppe Fiorenza, ad ottenere il verdetto favorevole. Gli investigatori risalirono al minore, dopo aver esaminato alcune impronte digitali, lasciate sulla saracinesca forzata e sulla porta. Fu avviata l’indagine che ha portato a processo il presunto ladro. La difesa, però, ha dimostrato che su quella saracinesca e sulla porta di ingresso c’erano molte altre impronte, lasciate dai clienti.
Il legale non ha escluso che anche quelle dell’imputato potessero risalire ad una sua presenza nell’attività commerciale, ma da semplice acquirente. L’assenza di dati certi che potessero collegare il minore alle impronte e al conseguenze colpo ai danni della macelleria ha spinto il giudice del tribunale minorile di Caltanissetta a pronunciare un verdetto di assoluzione.