Gela. Dopo il vertice di inizio mese, è partita la richiesta per un ampliamento della Zona economica speciale, già riconosciuta dalla Regione sul territorio locale. L’amministrazione comunale, i sindacati e le organizzazioni di categoria vorrebbero sfruttare il “treno” del nuovo avviso, bandito dalla Regione. Circa 460 ettari sul territorio siciliano, che dovrebbero andare soprattutto a quei comuni, che ne abbiano i requisiti, non inseriti nella prima cartografia delle Zes isolane. Sono state prodotte relazioni che riguardano le aree, potenzialmente da aggregare alla Zes, già autorizzata. Nella richiesta, si fa riferimento al territorio di congiunzione tra le aree Nord 1 e Nord 2 della zona industriale, alle aree dismesse di raffineria e al retroporto a servizio dello stabilimento. Niente da fare, invece, per le zone D2, lungo la Gela-Catania. “Purtroppo, non hanno le caratteristiche richieste”, spiega il vicesindaco Terenziano Di Stefano. Anche l’amministrazione comunale è consapevole del fatto che l’allargamento non sarà cosa facile, dato che probabilmente si darà priorità a quelle zone, al momento tagliate fuori.
“Il bando prevede soprattutto il riferimento ai territori non ricompresi – conclude Di Stefano – ma vengono richiamate le aree di crisi complessa. Per questo motivo, abbiamo deciso di tentare”. Teoricamente, le Zes dovrebbero assicurare maggiori investimenti, favorendo nuovi insediamenti, ma davanti ai precedenti del tutto fallimentari è meglio evitare voli pindarici.