Gela. Dallo scorso agosto, attendono ancora di avere ciò che gli spetta dopo l’apertura della cassa integrazione straordinaria generata dal fallimento della Procontrol.
Ancora oggi, però, i nove operai rimasti fuori dalla fabbrica Eni non sono riusciti ad ottenere nulla. Rischiano, in sostanza, che alla scadenza del periodo di cassa integrazione straordinaria, fissata per il prossimo agosto, debbano ancora ricevere i primi contributi, almeno sulla carta, già previsti per lo scorso anno. In sostanza, per i nove ex Procontrol nulla si è mosso.
Anche l’ultima riunione fissata per trattare il loro caso davanti agli esponenti sindacali dei metalmeccanici è saltata. Intanto, i dirigenti della Nuova X Gamma, entrati in fabbrica dopo la rinuncia degli imprenditori della Procontrol, hanno offerto a tre degli operai ancora in attesa un contratto a tempo determinato. Del loro caso, adesso, potrebbe occuparsi anche la rappresentanza parlamentare all’assemblea regionale.
Un’interrogazione sul tema è in fase di preparazione: dovrebbero essere gli esponenti del Movimento cinque stelle a presentarla. Nel testo, oltre alla questione dei fondi mai ricevuti per la cassa integrazione, si fa riferimento ai criteri di scelta per l’ingresso tra gli impianti della fabbrica Eni.
Non sarebbero stati rispettati, anche nel caso del passaggio tra le fila della Nuova X Gamma: né il parametro dell’anzianità di servizio né quello dei carichi familiari. Una questione che venne ribadita dagli stessi operai ex Procontrol durante la loro protesta d’inizio anno.
Dopo quella mobilitazione, però, nulla si è mosso. Il dito degli operai, inoltre, viene puntato in direzione dell’amministrazione comunale che, dopo i primi incontri, non ha più fatto recapitare alcuna risposta ai nove operai.