Gela. Garantire gli equilibri interni non sarà affatto semplice per il sindaco Lucio Greco, che lo scorso giovedì ha comunque portato a casa una mezza “fiducia” da parte dei suoi, non tutti entusiasti dell’attuale passo amministrativo della giunta. Ora, tocca all’allargamento, che il sindaco dovrà comunque portare a termine. I due nuovi assessori dovrebbero accontentare, almeno per ora, una parte della sua maggioranza “arcobaleno”. I nomi sono quelli che si fanno da mesi, l’ex assessore Giuseppe Licata e il consigliere comunale uscente Cristian Malluzzo. Il primo ormai vicino all’area del presidente della Regione Nello Musumeci, mentre Malluzzo è ben visto dal gruppo di “Un’Altra Gela”, la lista che è espressione diretta del primo cittadino. La strategia, però, rischia di aprire altri fronti di dissenso. Se il gruppo di “Gela città normale” ha deciso di dare tempo al sindaco, come ha spiegato il consigliere Diego Iaglietti; i dem, invece, non gradirebbero per nulla l’ingresso in giunta né di Licata, che è stato tra gli oppositori più convinti della segreteria di Peppe Di Cristina, al punto di lasciare il partito, né quello di Malluzzo, sul quale ci fu già un veto quando sembrava ormai prossimo ad aderire ufficialmente al Partito Democratico. Non è un caso che il capogruppo all’assise civica Gaetano Orlando abbia suggerito a Greco di attendere, prima di decidere sui nuovi ingressi. Secondo l’esponente democratico, il sindaco dovrebbe valutare bene il da farsi, eventualmente allargando la sua giunta solo dopo gennaio, quando verrà trattato il ricorso al Tar presentato dal centrodestra. I “consigli” arrivati dal Pd a Greco stanno contribuendo alle fibrillazioni delle ultime settimane. Pare che l’area di centrodestra che lo sostiene non voglia interferenze da quelli del Pd, ritenuti ormai piuttosto ridimensionati, anche da un punto di vista elettorale. Sarebbero i referenti locali del presidente della Regione Nello Musumeci a spingere affinché Greco chiuda il cerchio, allargando la giunta soprattutto a Licata. Se Greco decidesse di prendere altro tempo, allora i fedelissimi di Musumeci potrebbero dargli l’ultimatum politico, probabilmente mettendo in discussione l’asse istituzionale che in questi mesi hanno contribuito a strutturare, tra Gela e Palermo. Addirittura, se l’avvocato “civico” seguisse i dispacci battuti dalla segreteria del Pd, una parte degli alleati potrebbe arrivare a chiederne l’uscita dei dem dall’alleanza. La stoccata dell’assessore regionale Ruggero Razza (molto vicino ad esponenti locali dell’area Musumeci come Vincenzo Cascino), che sulla questione dell’unità dipartimentale di senologia ha dato del “bugiardo” a Greco, potrebbe essere letta come un forte segnale.
Nessuno lo dice pubblicamente, ma la presenza del Pd nell’amministrazione Greco non piace a tanti pro-sindaco. Ci sarebbero troppe scorie politiche del passato, che secondo alcuni avrebbero frenato il consenso, anche elettorale, verso il “civico”. Tra qualche ora, i democratici si vedranno per la segreteria e Di Cristina, al momento, non intende andare oltre. “Ci fidiamo di quello che ha detto il presidente della Regione Nello Musumeci – spiega – durante l’incontro con il ministro Giuseppe Provenzano (ndr espressione politica del Pd). Ha parlato di un rapporto di leale collaborazione”. Di Cristina e i suoi si aggrappano al nuovo corso romano e non ne vogliono sapere di essere ridimensionati. Del resto, dovranno affrontare, a breve, anche le loro contraddizioni interne. Il segretario cittadino vuole “rifondare” il partito locale e da tempo ormai si è messo alle spalle l’eredità della giunta Fasulo. E’ evidente, però, che la sua area politica potrebbe anche ambire ad entrare in giunta dalla porta principale, dato che l’attuale assessore Grazia Robilatte è comunque stata sponsorizzata da esponenti, giunti da gruppi centristi. Il caso Ghelas, con l’eventuale azione di responsabilità civile contro l’ex manager Giuseppe Robilatte (fratello dell’attuale assessore Grazia Robilatte), potrebbe creare altri imbarazzi politici.