Gela. L’assessore regionale Ruggero Razza l’ha detto a chiare lettere. Non c’è nessuna battaglia da intestarsi per la senologia in città. “La nuova rete ospedaliera a Gela prevede già, a differenza di quella precedente, targata Pd, un’unità dipartimentale per la senologia, che è inserita nella rete delle Breast Unit attraverso il documento programmatorio da me approvato – ha detto – invece, apprendo con stupore di fantomatiche battaglie da parte di alcuni amministratori locali, tra i quali il sindaco di Gela, che si stanno prestando alla pericolosa diffusione di notizie false. Tutto ciò è semplicemente vergognoso”. Una stoccata che probabilmente Greco e i suoi non si aspettavano, soprattutto dopo la levata di scudi sulla necessità di una vera unità dipartimentale di senologia, con più personale e posti letto. L’uscita dell’assessore regionale ha quasi scosso i componenti della commissione consiliare sanità, che da settimane stanno lavorando sul tema e sono riusciti a mettere insieme i sindaci del territorio. “Le parole di Razza fanno male – dice il presidente della commissione Carlo Romano – vanno contro le istanze di un’intera città, che a gran voce chiede un rafforzamento della senologia”. In una fase politica molto delicata, con Greco che a breve dovrà sciogliere diversi nodi e con qualche alleato poco convinto (tra questi anche i referenti locali di Musumeci), c’è chi ha interpretato le affermazioni dell’assessore regionale, quasi come un avvertimento politico recapitato all’amministrazione comunale. “Voglio pensare che la politica non c’entri nulla – continua Romano – viceversa, sarebbe veramente molto grave. La politica non può essere intesa come tentativo di tagliare le gambe a chi ha già avviato un percorso per rispondere alle istanze di un’intera città. Non dimentichiamo che la Breast Unit è stata inaugurata più volte, ma mancano personale, posti letto e la privacy, che è fondamentale per una donna operata di tumore al seno”.
Nel tentativo di stemperare gli animi, il presidente della commissione lancia la sua personale proposta. “Mettendo insieme tutti i sindaci del territorio – conclude – siamo riusciti ad avviare un metodo di concertazione diverso. Solo così si possono ottenere più risultati. Anzi, ritengo che quando si dovrà parlare di ambiente e salute, dovremmo metterci tutti dalla stessa parte. Il bene comune non può avere colori politici”.