Gela. La paura ha giocato un brutto scherzo a un donatore di sangue, andato in arresto cardiaco alla vista della siringa. Ha atteso 32 anni prima di sottoporsi al prelievo di plasma per fare parte di quella comunità che contribuisce a alimentare le sacche di sangue del centro trasfusionale dell’ospedale di via Palazzi.
Una decisione che invece ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Solo grazie alla presenza di un cardiologo, Salvatore La Rosa, dirigente medico in pensione dell’unità ospedaliera di Cardiologia, è stato possibile rianimare l’uomo che dopo mirati accertamenti è potuto tornare a casa senza per questo donare il sangue.
“Ha subito una violenta emozione – ammette il cardiologo La Rosa – sfociata con una sincope neuro mediata che gli ha fatto perdere conoscenza causandogli un arresto cardiaco.
Sono intervenuto tempestivamente – precisa il medico – riuscendo a evitare il peggio. Ammetto di essermi trovato casualmente in quella circostanza, anche se sono un volontario dell’Adas che si presta a sostituire e affiancare il personale medico di turno durante le donazioni di sangue”.
In città le campagne di solidarietà avviate anche dall’Adas, associazione presieduta da Felice Damaggio, non riescono a soddisfare le richieste del territorio.
“Di sicuro quel paziente non ha donato e non donerà più – conclude il cardiologo Di Caro – La donazione però è una cosa sicura e tranquilla. È un atto fatto solo sotto il controllo di un medico”.