Gela. Potrebbe sbloccarsi nelle prossime settimane la vicenda che ha coinvolto l’ex dipendente Corima Giuseppe D’Arma.
Il trentunenne, rimasto fuori dalla fabbrica Eni all’indomani della crisi che si è abbattuta proprio sulla cooperativa edile, aveva deciso di protestare davanti all’ingresso principale dello stabilimento di contrada Piana del Signore.
In sostanza, tutti gli ex colleghi sono già stati assorbiti negli organigrammi di Turco costruzioni ed Edilponti: all’appello manca, appunto, solo il suo nominativo. Per questa ragione, ieri mattina, si è svolto un tavolo di trattativa davanti ai funzionari dell’ufficio del lavoro.
Alla presenza dei segretari sindacali del settore edile, Ignazio Giudice per la Fillea Cgil, Franco Iudici per la Filca Cisl e Diego Strazzante per la Feneal Uil: è stato il presidente di Edilponti Giovanni Salsetta a sbloccare la stasi.
In rappresentanza dell’intero gruppo aziendale, composto anche dai dirigenti di Turco Costruzioni, ha formalmente assunto l’impegno di provvedere ad analizzare l’intera vicenda D’Arma. Non ha escluso, infatti, di poter provvedere direttamente all’assunzione dell’operatore transitato dalle fila dell’ex Corima. Una questione decisamente spinosa, venuta a galla soprattutto nel corso delle ultime settimane.
Lo stesso D’Arma, da mesi senza stipendio, ha inviato un messaggio pubblico. “Se il problema sono le mie parentele – si era sfogato – me lo si dica chiaramente. Ho lavorato per più di dodici anni con l’azienda Corima senza mai avere alcun problema. Devo pagare per mio padre?”. L’ex dipendente Corima, infatti, è figlio di Armando D’Arma, in carcere con l’accusa di essere stato uno dei capi del gruppo degli stiddari in città.
Un legame che non ha per nulla convinto alcuni dirigenti dell’associazione d’imprese composta dalla stessa Edilponti e da Turco costruzioni. Adesso, però, la svolta sembra imminente.
E’ stato proprio Giovanni Salsetta, davanti alle delegazioni sindacali presenti, ad ammettere che alcuni punti dell’accordo siglato a conclusione della vertenza ex Corima non sarebbero stati rispettati a causa di differenti valutazioni proprio sul caso D’Arma.