Gela. Attualmente, sul suo tavolo ci sono almeno venticinque pratiche. Tutti progetti da realizzare nelle aree di vincolo, che vanno istruiti. La Regione ha assegnato la competenza alla Riserva orientata Biviere, ma Emilio Giudice ammette che l’assenza di personale non agevola le procedure. “Sono io stesso che mi occupo delle istruttorie – dice – purtroppo, non ci sono altri operatori”. Le pratiche vanno a rilento e gli ordini professionali l’hanno spiegato, anche durante il recente incontro in municipio sulla Zes locale. “Più che lamentarsi dei vincoli – dice Giudice – bisognerebbe lavorare per rafforzare questo ufficio, scelto dalla Regione per istruire i progetti. Spero che il dibattito pubblico sulle aree di vincolo non venga strumentalizzato da chi, magari, mirerebbe a ritornare al passato, quando ognuno faceva ciò che voleva. Il piano di gestione va applicato in ogni caso. Non si possono rilasciare le autorizzazioni agli amici”. Secondo Giudice, che è tra i responsabili della Riserva, il piano “guarda al futuro e non al’oggi, come invece fa la politica”. “Bisognerebbe chiedersi che tipo di economica dobbiamo creare – continua – i Comuni hanno la possibilità di aiutarci. Potrebbero chiedere alla Regione di rafforzare il personale o di stilare delle convenzioni per avere più operatori disponibili. Una cosa deve essere chiara, quello che si fa fuori dal piano è illegale. Una Riserva come la nostra si trova ad occuparsi di aree di vincolo ben più estese del Biviere”.
I fronti opposti, circa la gestione delle aree Sic e Zps, non sono mai mancati, anche se gli ordini professionali escludono di essere contro la tutela della biodiversità del territorio locale. “Anche in passato – conclude Giudice – sono stati sbloccati strumenti di finanziamento di ogni tipo, ricordo la legge 488 o i contratti d’area, ma non c’è stata alcuna ricaduta favorevole sul territorio. Ripeto, non si può ritornare al passato”.
