Gela. Alla fine, la transazione che l’ex giunta Messinese concluse con Eni ha portato nelle casse del municipio sette milioni di euro. Somme, perlopiù, trasferite a copertura di debiti fuori bilancio. L’allora amministrazione comunale riuscì a strappare un’intesa stragiudiziale all’azienda, rinunciando agli interessi e ai procedimenti giudiziari, che intanto erano stati incardinati davanti alla Corte di Cassazione. Un “patto” che ha consentito di incassare a Palazzo di Città somme che la multinazionale non aveva mai versato per Imu, Ici e Tasi sulle piattaforme presenti lungo la costa locale. L’incarico ad agire contro il gruppo del cane a sei zampe venne assegnato all’avvocato abruzzese Ferdinando D’Amario, uno dei massimi esperti nel recupero di crediti di questo tipo. Con l’accordo, i giudizi non sono mai partiti. Negli ultimi giorni, gli uffici del municipio hanno completato i pagamenti per le parcelle del legale. A fine dello scorso anno, era stata autorizzata una prima liquidazione da poco più di 190 mila euro, ma solo a titolo di “acconto”. La parcella complessiva dovuta al professionista, negli ultimi giorni, è stata per intero adempiuta. Altri 186 mila euro, questa volta “a saldo”.
Nell’intesa che ha portato a chiudere il contenzioso con Eni, l’ex giunta ha rinunciato a qualsiasi pretesa su eventuali sanzioni da imporre al gruppo. In base a quanto riportato nella transazione finale, per l’Ici non pagata nel periodo 2003-2004, al municipio sono spettati oltre 679 mila euro. Dal 2005 al 2015, invece, mancavano all’appello Ici, Imu e Tasi, per un totale superiore ai 6 milioni di euro.