“Avete fatto morire mia moglie”, marito aggredì primario oncologia: “Mi prese a pugni”

 
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Gela. “L’avete fatta morire”. Pronunciando queste parole, il marito di una donna stroncata da un tumore si sarebbe rivolto a medici e infermieri del reparto di oncologia dell’ospedale Vittorio Emanuele. L’uomo, tre anni fa, si sarebbe scagliato contro il primario, l’oncologo Roberto Valenza, sferrandogli anche dei pugni al volto. Adesso, ne deve rispondere a processo, davanti al giudice Antonio Fiorenza. In base alla ricostruzione dei pm, sarebbe riuscito ad entrare in reparto, inveendo contro il primario. La moglie, qualche tempo prima, era stata in cura al nosocomio di Caposoprano, ma successivamente avrebbe deciso di affidarsi ad altri centri specializzati. Non ce la fece. Come ha raccontato uno dei medici presenti in reparto al momento dei fatti, almeno un anno prima, l’imputato avrebbe fatto pervenire, tramite messaggio, un video della moglie, gravemente malata, sostenendo che la cura decisa dallo staff del Vittorio Emanuele sarebbe stata errata. “Prese un carrello usato per il trasporto delle medicine – ha detto Valenza – e cercò di gettarmelo addosso. Io ho tentato di parare i colpi e i pugni, senza reagire”.

La difesa, sostenuta dall’avvocato Carmelo Tuccio, ha cercato di fare luce su alcuni particolari, ricostruendo quanto accaduto. Il legale ritiene che il medico non sarebbe stato colpito con forza. L’imputato ha escluso di essersi avventato contro l’oncologo. L’aggressione, però, è stata confermata da altri due medici, che erano in servizio quando l’uomo riuscì ad entrare in reparto e che hanno risposto alle domande del pm Pamela Cellura. Altri testimoni verranno sentiti alla prossima udienza. Valenza si è costituito parte civile.

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