Bulala restituisce 39 lingotti unici al mondo, non ci sono soldi per le ricerche

 
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Gela. Dai fondali di Bulala sono stati recuperati 39 lingotti di rame e zinco, una statuetta raffigurante Demetra, una macina in pietra lavica ed un vaso attico risalente al VI secolo Avanti Cristo. Sono reperti unici al mondo, mai recuperati nel Mediterraneo.

 

 

Sono antichi metalli formati da una lega di rame e zinco (80 e 20 per cento) con nichel e ferro. L’oricalco, di origine greca, indicava il rame delle montagne dell’Anatolia. La presenza a Gela indica come la loro lavorazione ed il commercio fosse florido. Venivano utilizzati nelle decorazioni templari di Asia minore e Grecia. Si tratta dunque di reperti unici al mondo ma che per carenza di soldi rischiano di non venire valorizzati.

 

Il rinvenimento è stato possibile grazie ad un sub gelese, Franco Cassarino, presidente dell’associazione Mare Nostrum. Sono stati utilizzati particolari metal detector scafandrati. I lingotti rimarranno custoditi al museo di Gela ma servono soldi per trattarli ed esporli. Lo stesso Tusa si è detto disponibile a cercare sponsor privati magari intercettando fondi europei. 

 

A fare gli onori di casa la Capitaneria di Gela retta dal Comandante Pietro Carosia che insieme agli esperti della soprintendenza del Mare di Palermo e ai sommozzatori dell’associazione “Mare nostrum” hanno illustrato l’ennesimo tesoro scoperto nelle acque del Golfo di Gela. Recuperati blocchi di metallo che erano adagiati sul fondale marino. Si tratta di 39 oricalchi risalenti al sesto  secolo A.C., metalli preziosi che confermano che Gela era un porto d’attracco. 

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