Gela. Il duro scontro in atto sul futuro della Ghelas è sempre più aspro. In ballo, c’è il sistema di gestione di una municipalizzata che risente dei conti in rosso. L’attuale amministratore Gianfranco Fidone sta tentando di risalire alle possibili responsabilità ma, soprattutto, punta a far quadrare le finanze della società. Sono volate parole pesanti, dopo che il sindaco Lucio Greco, in aula nel corso della seduta di question time, ha “censurato” la cura Fidone. L’attuale amministratore, però, non sembra intenzionato a fare passi indietro e ha più volte annunciato che sulla Ghelas “il cerchio si sta chiudendo”. Il manager è stato nominato dal commissario straordinario Rosario Arena e il colonnello, che adesso guida il Comune di Partinico, ne difende l’operato, respingendo le insinuazioni di Greco. “Le uniche logiche che hanno portato alla nomina di Fidone sono quelle della legalità – dice – il manager ha un curriculum di tutto rispetto e sta mettendo in atto una gestione, improntata alla legalità e alla tutela dei lavoratori, che hanno sempre ragione, ad eccezione dei casi nei quali non producano. La gestione Fidone è basata solo sul rispetto delle regole”. Arena chiama in causa il primo cittadino. “Mi dispiace che circolino insinuazioni che vanno respinte – continua – io ho Gela nel cuore. Greco, al momento del suo insediamento, mi ha chiesto un aiuto. L’ho accompagnato alla Regione, ma poi mi sono allontanato. Si è comportato come politico, ma della vecchia politica, di quella poco sana. Mi ero illuso che potesse avere un atteggiamento a favore della legalità e della città, ma così non è stato”.
A breve, dopo che le prime due convocazioni sono saltate per l’assenza del Comune, si terrà l’assemblea dei soci della municipalizzata. C’è il bilancio 2018 da approvare e probabilmente Greco e Fidone andranno verso il “divorzio”. Le finanze in bilico della Ghelas e il peso che la politica ha avuto negli ultimi decenni sulla gestione dell’azienda sono però fattori che adesso emergono alla luce del sole.
Le parole dell’ex commissario sono gravi. L’accusa al neo sindaco di amministrare la città secondo le logiche della vecchia politica (“poco sana”, testuali parole) e non della legalità mi sembrano tanto ridondanti quanto esagerate. Se un sindaco non può criticare l’operato di un presidente di una partecipata, vuol dire che siamo al paradosso. Sono politicamente distante dal sindaco di Gela, che peraltro ho votato al ballottaggio che è anche valente avvocato e si difende bene da solo, ma un ex commissario che si esprime in siffatto modo mi sembra, per usare un eufemismo, a dir poco esagerato. Nell’anno del commissariamento la città h acquisito legalità e sviluppo?