Gela. “Ci sono rimasto male, non mi aspettavo questa campagna di stampa e d’opinione così negativa. Stiamo valorizzando una una zona del lungomare ”stuprata” ridotta a un letamaio».
È amareggiato Massimo Li Voti, titolare della società che sta eseguendo i lavori nel tratto di spiaggia compreso tra il Club Nautico e il Vela Club. È lui, dopo tante chiacchiere, a spiegare il tipo di intervento che si sta realizzando. «Costruiremo – dice – due hangar destinati al rimessaggio delle imbarcazioni. Quaranta posti barca su un’area di tremila metri quadri. Il tutto autorizzato dall’assessorato regionale al Territorio e Ambiente». Già perché Li Voti è in possesso di regolare concessione. Nessun ”supermercato”, nessuna ”cattedrale nel deserto” (come qualcuno ironizzava sui social network) tiene a precisare l’imprenditore. Solo una rimessa nautica. Seppure qualcuno comunque obietta, arriccia il naso per la location scelta per dei capannoni o per l’uso di cemento messo in opera in loco (prassi vietata). «Nessuna posa in opera di cemento» ribatte Li Voti, anche se a ben guardare una colata di calcestruzzo delinea il rettangolo dell’area. «È solo magrone – spiega – sopra il quale saranno posizionati i pali della struttura. Del resto quella è zona destinata alla nautica già dal vecchio piano portuale del 1971. Cosa volevano farci? Un’altro lido? Dopo cinque anni di prassi e iter vari ho ottenuto una concessione, sottostando a tutti i vincoli imposti da Beni culturali, Genio Civile e altri enti di controllo. Stiamo realizzando un piccolo gioiello». Non ci saranno scivoli di alaggio a mare per il varo di barche. Solo due hangar e tanto verde. «È tutto studiato, forme e colori, per realizzare una bella struttura». È quello che tutti in città auspicano. Quanto al dibattito politico sull’opportunità o meno di realizzare quel tipo di opera in uno dei pochi spazi liberi del lungomare… questi sono altri discorsi. Non certo imputabili a un imprenditore.
