Gela. “Se la società avesse anche solo per un minuto dato retta ad una sola delle bellissime intenzioni e promesse di pagamento rilanciate, da più di un anno a questa parte, da vari esponenti della Committente e finanche da esponenti del consiglio comunale, la Mondello – S.p.A. non esisterebbe più
(perché già fallita da tempo), tutti i suoi dipendenti avrebbero perso la propria occupazione e, per l’effetto, anche il patrimonio aziendale si sarebbe azzerato ed i creditori sociali nulla avrebbero più potuto ricevere. Ai proclami, ahimè, non sono infatti mai seguiti fatti “tangibili e degni di considerazione”. Lo chiarisce in una lunga lettera Nunzio Adesini, amministratore delegato della Mondello S.p.A. che intende sottolineare alcuni aspetti del progetto Ciliegino di Agroverde.
Il grande sogno del mega parco fotovoltaico si sta trasformando in un grande bluff in cui la Mondello ha rischiato seriamente di uscirne con le ossa rotte. Per evitare equivoci e interpretazioni errate, Adesini ha chiarito diversi punti.
Il concordato preventivo. Nel gennaio del 2014 la Mondello ha presentato avanti il Tribunale di Gela ricorso di “pre-concordato” contenente la domanda di concordato preventivo con riserva di presentare successivamente la proposta, il piano e la documentazione tutta prevista dalla Legge Fallimentare. Il Tribunale di Gela ha assegnato con proroga ulteriori 60 giorni e nominava un commissario giudiziale con il compito di vigilare sull’attività che la Mondello S.p.A. avrebbe svolto fino alla scadenza del suddetto termine.
Acquisito il parere favorevole del commissario giudiziale, il 9 ottobre 2014 il Tribunale di Gela accoglieva la proposta di concordato preventivo e dichiarava aperta la procedura di concordato preventivo della Mondello. Per tutelare i propri creditori sociali, la Mondello S.p.A. ha già provveduto al recupero di varie somme da altre commesse (che saranno ripartite ai creditori stessi), e prevede di incamerarne altrettante nel breve periodo.
Il fallimento di RadioMarelli. Attraverso una apposita azione giudiziale intrapresa a gennaio 2014, si è arrivati al fallimento nei confronti di Radiomarelli, pronunciata a settembre 2014 dalla Pretura di Lugano. Tutta la documentazione (ammontante a più di 2000 pagine e contenente, tra gli altri, il carteggio documentale relativo al Progetto Ciliegino ed ai fatti e misfatti (tanti) relativi allo stesso per il periodo da aprile 2013 a luglio 2014), come detto, risulta depositata presso la Procura presso il Tribunale di Gela. Il commissario giudiziale ha dato un primo avviso sintetico ai creditori della proposta formulata dalla Mondello, secondo la relativa classe di appartenenza e sulla base del patrimonio aziendale oggi esistente e di quanto ulteriormente messo a disposizione da soci ed amministratori con risorse proprie.
La Mondello non è fallita. “Contrariamente a quanto riportato negli articoli – chiarisce Adesini – ad oggi l’amministrazione della società è saldamente in mano al suo CDA, in quanto l’ammissione alla procedura concorsuale non comporta né il fallimento né la liquidazione della società stessa né tanto meno la nomina di un “….liquidatore unico titolato a prendere decisioni”.
Le riunioni al Comune. Rispetto alla riunione indetta dal Comune di Gela, la Mondello, non avendo più alcun interesse, in quanto non operativa per le ragioni sopraesposte (se non con riferimento alle attività di recupero di tutti i crediti vantati), reputandosi chiaramente parte lesa in ragione del mancato pagamento e stante la pendenza di azioni giudiziarie già avviate nei confronti della committenza del Progetto Ciliegino, con precisa lettera aveva manifestato al sindaco la volontà di non presenziare.
Mondello presente come cittadino. La presenza del presidente Emanuele Mondello, pertanto, non risulta legata né ad una particolare scelta aziendale né previamente concordata con gli organi del CDA, ma lo stesso ha partecipato, quale semplice e comune cittadino (un cittadino più preoccupato degli altri, stante i riflessi che si avranno sul tessuto sociale della cittàa, con il possibile tracollo di oltre 200 piccole aziende, a causa del mancato pagamento della Committente). A tale riunione e visto il ruolo ricoperto, inoltre, non ha mai partecipato il commissario giudiziale (men che meno un “liquidatore”, figura inesistente nel caso di specie), commissario giudiziale che più volte contattato telefonicamente indebitamente da terzi ha sempre risposto manifestando quale fosse il suo ruolo, i poteri a lui assegnati in forza delle previsioni della Legge Fallimentare, declinando educatamente qualsiasi invito a riunioni per “teleimbonitori e venditori di fumo di professione” e manifestando la possibilità, per chi alle “belle intenzioni” avesse voluto dar seguito con i dovuti pagamenti, al pagamento sul conto corrente intestato alla Mondello S.p.A. di quanto alla stessa dovuto per i lavori eseguiti a valere sul Progetto Ciliegino.
Nessuna transazione da 9 milioni di euro. In merito poi alle accuse rivolte alla società, la quale a dire di qualcuno si sarebbe sottratta volontariamente ad una transazione per circa 9 milioni di euro, perseguendo un giudizio per oltre 50 milioni, preciso – conclude l’Ad Adesini – che la zocietà che ho l’onore di rappresentare non ha mai disatteso un incontro volto alla definizione del contenzioso, ha sempre ribadito ad ogni incontro con la Committente la volontà di valutare eventuali rinunce a fronte di un pronto e “tangibile” pagamento di quanto eventualmente transatto. Dinanzi a tale richiesta, alla Mondello S.p.A. non è mai pervenuta alcuna documentazione tale da permettere ai professionisti incaricati, di poter considerare tale somma “certa” ed incamerabile, se non fac-simili di polizza assicurativa facilmente reperibili su internet che, a ragione, tali requisiti di certezza ed esigibilità non potevano soddisfare. La Mondello o qualunque altra società, avrebbe mai potuto accettare e considerare, la somma sottostante ad una bozza documentale di (in)dubbia provenienza come certa? La risposta è ovvia, ed è no (a patto che non ci sia ancora qualcuno disposto a credere, non di certo la Società che rappresento ed il suo management e/o consulenti, alla favola dello “zio d’America”). E difatti la Società non ha accettato, come più volte evidenziato e ribadito (e diversamente da quanto sembrerebbe aver fatto sino ad oggi il Comune di Gela a garanzia del pagamento dell’esproprio dei terreni), il rilascio di polizze fideiussorie per conto e nell’interesse di Agroverde.
Di riunioni come quella di lunedì 24 novembre 2014 se ne contano ormai troppe, alcune sono intervenute alla presenza del Sindaco e della Giunta, altre avanti il Prefetto di Caltanissetta, altre in forma privata tra le parti, ma nessuna di queste ha mai sortito l’effetto di dirimere la questione, e non certo per una presa di posizione della Mondello, quanto piuttosto per l’assenza di “interlocutori finanziari credibili” e di risorse da parte della committenza idonee al pagamento di quanto dovuto.