Gela. “Quello delle malformazioni neonatali a Gela è un problema da affrontare alla radice e, da questo punto di vista, la politica potrebbe fare molto di più”.
Sono chiare le parole del pediatra gelese Antonio Rinciani che analizza il caso del nascituro dato alla luce con un sesso incerto tra i reparti del nosocomio Vittorio Emanuele. Il medico, da anni, si occupa di questa piaga. “I casi sono diversi – spiega – io stesso mi sto occupando di una situazione quasi analoga a quella appena venuta a galla. Assisto la famiglia di un piccolo paziente nato con organi genitali ambigui. Purtroppo, non sempre i genitori hanno il coraggio di rendere pubblici fatti di questo tipo”. Il nascituro dato alla luce negli ultimi giorni a Gela, intanto, è stato trasferito in un centro specializzato a Palermo. “Come pediatri locali – aggiunge Rinciani – stiamo raccogliendo tutti i dati in nostro possesso legati alle malformazioni neonatali per presentarli pubblicamente nel corso di un convegno regionale che si terrà in estate. Ad essere maggiormente colpiti, comunque, sono i piccoli di sesso maschile. Oltre alle malformazioni visibili esteriormente, si diffondono sempre più quelle che colpiscono gli organi interni”. Intanto, anche attraverso il web, non sono mancati gli attestati di solidarietà nei confronti della giovane coppia di genitori colpita da quello che appare essere un nuovo caso di malformazione neonatale. Il dito dei cittadini è puntato in direzione dell’industria pesante presente in città e sulle sue emissioni. Allo stato attuale, i medici che si sono occupati del parto non confermano alcun collegamento tra la presunta malformazione ed eventuali emissioni in atmosfera. Un imprenditore, il quarantenne David Melfa, ha appena deciso di avviare una causa civile nei confronti dei responsabili dell’industria locale. “Non ho contratto alcuna patologia – dice – ma il timore di ammalarmi mi ha costretto a lasciare Gela e di questo qualcuno dovrà pur rispondere”. Un pool di avvocati sta assistendo l’imprenditore che, a sua volta, esprime molta preoccupazione davanti al caso registrato tra i reparti dell’ospedale Vittorio Emanuele. La frequenza dei casi di malformazioni neonatali a Gela è stata messa in luce anche in un recente rapporto stilato dagli esperti dell’organizzazione europea della sanità. Non a caso, gli stessi magistrati della procura hanno avviato approfondimenti. Il pediatra Antonio Rinciani, a capo di una fondazione composta da esperti e professionisti locali, da tempo chiede la nascita di un polo sanitario d’eccellenza che possa essere utilizzato per approfondire casi così gravi. “Ci troviamo davanti a patologie molto difficili da prevenire – conclude il medico – una struttura specifica garantirebbe nuovi passi in avanti. Il pediatra, da solo, non sempre può avere la soluzione giusta”.